Più volte abbiamo sottolineato lo stato di angoscia che stanno vivendo alcuni docenti supplenti a cui non viene riconosciuto immediatamente la loro retribuzione. Al riguardo anche il ministro Valditara era intervenuto, promettendo un intervento immediato.
A parlare è ancora una docente che al momento non riesce a vivere senza uno stipendio. In un’intervista a Leggo, la maestra delle scuole dell’infanzia di Sassari ha raccontato ciò che le sta accadendo: “Sono tornata in Italia dopo 10 anni di lavoro in Germania. Volevo tornare per insegnare ed ero piena di speranze. Ho iniziato nel 2023, è un sogno che coltivo da sempre: ho studiato per diventare maestra e nell’aprile scorso ho deciso di inserirmi nelle liste aggiuntive delle scuole. Ho pensato che potesse essere la volta buona e così, per insegnare, ho cambiato vita: ero entusiasta di questo nuovo inizio”.
Ma le cose non sono andate come sperato: “Adesso mi trovo con questo triste benvenuto da parte del mio Paese: la scuola statale non mi paga lo stipendio e sono precipitata in profonda difficoltà per mantenermi. Non mi accadeva da anni. Ho iniziato il 6 ottobre scorso, fino a fine novembre ho lavorato con continuità, anche 5 giorni a settimana. Mi sembrava che tutto andasse bene. Ma poi mi sono accorta che qualcosa non funzionava: lo stipendio non arrivava. Fino ad oggi sono stata retribuita per una sola giornata di lavoro, 70 euro. Tutto il resto non so che fine abbia fatto. Sono tornata in Italia e ho preso una casa in affitto. Ho pagato la caparra e agli allacci delle utenze, ma ora ci sono le bollette e le spese necessarie. Sono in grande difficoltà“.
E conclude: “Pensavo fosse un sogno lavorare a scuola: quando studiavo, andavo nelle scuole del mio Paese per fare esperienza. Ci tenevo davvero al mio lavoro e sono tornata in Italia per questo. Ora vivo una grande delusione”.
Valditara parlando di pagamento degli stipendi dei supplenti brevi ha affermato: “Il Mef ci ha garantito che l’11 gennaio ci sarà una emissione speciale per completare i pagamenti dei docenti titolari di supplenze brevi non effettuati nel mese di dicembre. Quello dei ritardi nei pagamenti è un problema che si trascina da 10 anni, e che ha visto in passato anche tempi di liquidazione più lunghi, si arrivava addirittura a marzo. Si tratta di partite stipendiali occasionali sulla cui entità non vi è contezza a inizio dell’anno scolastico e per il cui pagamento sono coinvolti diversi soggetti istituzionali. Insomma, un sistema complesso che con il Mef siamo impegnati a semplificare per garantire tempi celeri. Aggiungo che a differenza degli anni passati abbiamo stanziato per il pagamento delle supplenze brevi un miliardo e 53 milioni contro i 741 milioni del governo Draghi, più 42%, il che sta a significare l’attenzione al tema”.
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