Iniziano a circolare in Rete tracce e tototemi che gli studenti dell’ultimo anno delle superiori si troveranno ad fronte nei giorni degli scritti, ma con la sola certezza che si tratta di vere e proprie bufale, smentite alla prova dei fatti il giorno successivo.
Infatti, come ormai dovrebbe essere chiaro a tutti: alunni e docenti, commissari e diplomandi, non è mai successo che le tracce circolate in rete, fino a poche ore prima degli esami, fossero delle anticipazioni reali. Skuola.net ricostruisce i casi più eclatanti, uno dei quali creò tanto scalpore da far intervenire addirittura lo stesso Ministero dell’Istruzione.
Nel 2010, racconta appunto l’Ansa, furono pubblicate, da parte di un sito per studenti che si trastulla fra l’altro in amenità perfino rozze dentro le scuole, le presunte tracce della prima prova alcune ore prima del suo inizio, con tanto di logo e codici ministeriali.
Giurando e spergiurando il portale suggeriva ai candidati che a breve si sarebbero dovuti cimentare in un’analisi del testo relativa alla poesia ‘I pastori’ di Gabriele D’annunzio, costringendo così migliaia di studenti a studiare, magari durante la notte, qualche particolare sulla vita del poeta. Il solo effetto che però ebbe quella “bufala” fu la scoperta da parte di un candidato che i quesiti pubblicati sul sito erano stati ripresi pari pari da un libro di letteratura. E infatti il giorno degli esami la vera traccia relativa all’analisi del testo trattava un argomento relativo a Primo Levi, tratto dalla prefazione de ‘La ricerca delle radici’. Ma intanto il caso era montato, costringendo il Ministero a un comunicato stampa che definì le tracce riportate dal portale ”assolutamente false”.
Nel 2011, riferisce sempre Ansa, lo stesso sito ha deciso di ripetere l’impresa dell’anno precedente. Questa volta oggetto della bufala non fu la prima, ma la seconda prova degli studenti del liceo classico.
Quell’anno la notizia si diffuse rapidamente tramite diverse agenzie stampa, tanto da far intervenire il Ministero dell’Istruzione attraverso un comunicato che recitava: ”La presunta traccia di latino pubblicata dal sito xxx e ripresa da alcune agenzie di stampa è assolutamente falsa. Si tratta di invenzioni che si ripetono identiche ogni anno, prive di qualsiasi fondamento”.
Alla data attuale e con le tracce trasmesse per via telematica, è praticamente impossibile entrare in possesso delle stesse prima dell’inizio degli esami. Infatti, dopo essere state formulate, queste vengono conservate nei server del Ministero e protette da password lunghe, molto complicate e a prova di hacker: una in possesso delle scuole, l’altra all’interno della scrivania del Ministro dell’Istruzione, dove rimarrà fino alle 8.30 del giorno degli scritti, quando la comunicherà alle scuole dando il via all’Esame di Stato.
Si evince dunque, da questo breve ma significativo excursus, che se i ragazzi del 5° anno, impegnati negli esami di stato, vogliono effettivamente superare la prova, non hanno altra strada se non quella dello studio: matto e disperatissimo, lasciando a casa telefonini e smartphone, cartucciere e pizzini, e pensando sempre che copiare o sfruttare l’ingegno altrui e il sacrificio altrui è come rubare o come evadere le tasse. Già, le tasse. Che se tutti le pagassero, facendo il proprio dovere nei confronti dello Stato, tutti vivremmo un po’ meglio, anche perché verrebbero meno furbi e sciacalli, coloro appunto che sulla serietà altrui amano sguazzare.
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