Nascono spazi autogestiti dove si fa Homeschooling e Unschooling con l’obiettivo di aggirare l’obbligo vaccinale.
«È ora che sulle vaccinazioni lo Stato garantisca la libertà di scelta. Io ho due bambini, uno è vaccinato, l’altro no». A parlare è una maestra e mamma di Porto Sant’Elpidio, Fermo, dove un anno fa dodici famiglie hanno deciso di non mandare alla scuola materna i loro figli per aprire quella che definiscono una «comunità». Uno spazio autogestito, come ne sono nati tanti in Italia dopo la legge Lorenzin, che accoglie più di dieci bambini tra i due e i cinque anni. Alcuni non sono mai stati vaccinati, altri, invece, hanno interrotto il ciclo vaccinale.
Dice una una mamma e maestra marchigiana a Linkiesta: “La legge Lorenzin ci ha portati a dare vita a una realtà completamente autonoma, che non ha assunto nessuna forma giuridica”
«Un provvedimento», dice questa mamma, «che ci ha portati a dare vita a una realtà completamente autonoma, che non ha assunto nessuna forma giuridica».
«Il problema non è tanto tra i sì vax e i no vax. Come per ogni trattamento medico esiste il consenso informato, grazie al quale ciascuno è libero di curarsi o meno, anche per le vaccinazioni dovrebbe essere lo stesso», perché «prima d’immunizzare in massa bisognerebbe fare dei controlli mirati caso per caso».
Se quelli che si dichiarano nettamente contro i vaccini rappresentano appena l’1%, secondo l’Osservatorio Scienza, Tecnologia e Società, c’è una fetta di italiani, spesso composta anche da persone incerte o indecise, che sfiora l’8%.
Nonostante la legge Lorenzin sembri funzionare, l’obbligo delle vaccinazioni può essere aggirato. Attraverso l’Homeschooling, l’Unschooling o la scuola outdoor, modelli educativi alternativi che privilegiano l’apprendimento motorio ed esperienziale rispetto a quello cognitivo, in cui sono i genitori a occuparsi direttamente dell’istruzione dei figli. Gli adulti scelgono di organizzarsi in una comunità e di affidare i bambini a persone da loro scelte, dribblando così i vaccini obbligatori.
In Italia, secondo il ministero dell’Istruzione, nell’anno scolastico 2016-2017, solo tra scuola primaria e secondaria, i minori che hanno studiato a casa sono stati oltre 1.226.
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