Secondo il rapporto «Il miglior inizio – Disuguaglianze e opportunità nei primi anni di vita» diffuso da Save the Children – in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico nel nostro Paese, in Italia, solo 1 bambino su 10 può accedere a un asilo nido pubblico, con picchi negativi che si registrano in regioni come Calabria e Campania, dove la copertura è pressoché assente e solo il 2,6% dei bimbi in Calabria e il 3,6% dei piccoli in Campania, frequenta un nido pubblico. Come sempre a subire dipiù sono le famiglie economicamente svantaggiate, che hanno pure maggiori difficoltà nell’accedere alla rete degli asili privati non convenzionati.
Ma si è pure certificato, coinvolgendo 653 bambini di età compresa tra 3 anni e mezzo e 4 anni e mezzo, che coloro che hanno frequentato l’asilo nido hanno risposto in maniera appropriata a circa il 47% dei quesiti proposti a fronte del 41,6% di quelli che hanno frequentato servizi integrativi, che sono andati in anticipo alla scuola dell’infanzia o che sono rimasti a casa e non hanno quindi usufruito di alcun servizio. Una differenza che si fa ancor più marcata per i minori provenienti da famiglie in svantaggio socio-economico.
Tra questi, infatti, coloro che sono andati al nido hanno reagito appropriatamente al 44% delle domande contro il 38% dei bambini che non lo hanno frequentato.
Per quanto riguarda l’ambito matematico, ad esempio, i bambini tra i tre anni e mezzo e i quattro anni e mezzo in condizioni di svantaggio socio-economico che non hanno riconosciuto alcun numero sono stati il 44% tra coloro che sono andati al nido, percentuale che arriva al 50% per i bambini che non lo hanno frequentato. Allo stesso modo, se più del 14% dei bambini che hanno frequentato il nido riconosce tra 6 e 10 numeri, la percentuale scende al 9,6% per chi non ci è andato. Inoltre, l’indagine dice che i bambini in svantaggio socio-economico che hanno frequentato il nido riconoscono più lettere rispetto agli altri.
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