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Latino alle medie, Burioni: “A chi è contro chiedete dove si è diplomato. Chi ritiene inutile il greco antico non lo ha studiato”

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February 15, 2025

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Il virologo Roberto Burioni, docente di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha scritto alcune riflessioni sul suo profilo X in merito allo studio delle lingue classiche come il greco antico, difendendo le cosiddette “lingue morte”.

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“A cosa serve studiare cinque anni il greco? Serve a capire a cosa serve studiare cinque anni il greco”

Il dibattito nasce ovviamente dalle anticipazioni del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara in merito alle nuove Indicazioni Nazionali del primo ciclo, che prevedono l’introduzione del latino, curriculare, come materia facoltativa alle medie: “Quando negli USA un americano mi chiese ‘a cosa serve studiare cinque anni il greco?’ io gli risposi che serve a capire a cosa serve studiare cinque anni il greco. A tutti quelli che si lanciano contro il latino chiedete dove si sono diplomati e vedrete che avevo ragione”.

“Il latino e il greco sono una palestra inarrivabile per la mente umana, o almeno lo sono stati per me. E con i tempi che corrono, penso che sia la priorità assoluta. Altroché ‘la scuola del fare’. Una delle cose più curiose per un italiano che ha fatto il Classico e va a studiare negli USA è che magari parla male l’inglese, ma si ritrova con un’ampiezza lessicale che è superiore a quella del più colto degli americani, proprio grazie alla padronanza di greco e latino”, ha aggiunto.

Ecco poi un commento piccato: “Ci sono questioni scientifiche: parlano i numeri e le opinioni non contano. Poi ci sono questioni non scientifiche, come l’utilità dello studio del greco. In questo caso ognuno ha la sua legittima opinione. Però in generale sono contrari quelli che non l’hanno studiato. La cosa singolare del dibattito sull’utilità dello studio del greco antico è che il 95% di quelli che lo ritengono inutile non l’hanno studiato (provate a chiederglielo). Questo dimostra in maniera inoppugnabile l’utilità dello studio del greco”.

Il progetto

Dopo oltre cento consultazioni con associazioni di genitori, di categoria e comitati studenteschi, la Commissione chiamata a sostenere il ministero nella stesura dei nuovi programmi ha dato corpo al progetto. La presenza nella Commissione di personalità quali Uto Ughi e di Flavia Vallone, solista e prima ballerina al Teatro alla Scala, dimostra fin dall’inizio dei lavori di preparazione l’idea di valorizzare lo studio della musica e dell’arte.

“Diciamo che prendiamo il meglio della nostra tradizione per una scuola capace di costruire il futuro. Ma vorrei precisare che la commissione da me incaricata, che ha già fatto oltre cento audizioni, ha svolto un lavoro capillare e approfondito, su cui avvieremo un ampio confronto”, ha esordito il ministro.

Ecco le varie novità: “Abbiamo disegnato il cammino di bambini ed adolescenti dai 3 ai 14 anni, insomma il percorso dall’infanzia alle medie. Ma stiamo lavorando anche per le superiori. E introduciamo molte innovazioni. Cominciando dall’Italiano. Ma non solo: verrà reintrodotta la possibilità di inserire il latino nel curricolo a partire dalla seconda media, verrà abolita la geostoria nelle superiori e ridata centralità alla narrazione di quel che è accaduto nella nostra penisola dai tempi antichi fino ad oggi. E poi, fra le tante novità, sin dalla prima elementare avvicineremo i bambini alla musica, alla sua comprensione, alla civiltà musicale. Per questo fra gli esperti che hanno lavorato in questi mesi ci sono storici come Ernesto Galli della Loggia, latinisti come Andrea Balbo, il presidente emerito dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini, letterati come Claudio Giunta, musicisti celeberrimi come Uto Ughi e figure di spicco del mondo artistico”.

Il latino alle medie sarà ancora a scelta delle famiglie ma diventerà curricolare (un’ora a settimana dalla seconda media).

“Sarà dato più spazio alla letteratura, anche dell’infanzia, e alla grammatica. L’insegnamento della letteratura sin dalla prima elementare, in modalità adeguata alla giovane età degli studenti, deve far sì che gli allievi prendano gusto alla lettura e imparino a scrivere bene. Si è scelto di rafforzare l’abilità di scrittura che è quella più in crisi delle abilità linguistiche”, ha aggiunto Valditara.

La lettura viene stimolata anche attraverso lo studio dell’epica che non comprende più solamente i poemi omerici e Virgilio. Il repertorio si amplia fino a comprendere la saga di Percy Jackson. Resta forte il richiamo ai classici per ragazzi (Verne, Stevenson) da leggere in classe nella versione integrale ma a essi si possono affiancare autori che oggi sanno raccogliere il favore del pubblico più giovane senza rinunciare alla qualità romanzesca e letteraria, come Stephen King.

Nella riforma la Storia acquista un ruolo fondamentale fin dalle prime classi delle elementari dove si incoraggia la lettura di testi dell’epica classica ma anche della Bibbia per rafforzare le conoscenze delle radici della nostra cultura.

“Riprendere la scuola della memoria”

“Dobbiamo riprendere questa grande scuola della memoria, con testi più semplici all’inizio, anche filastrocche, scioglilingua e altro. Poi già alle elementari i primi accenni di epica classica, mitologia greca e orientale ma anche le saghe nordiche. Dobbiamo coltivare la fantasia, la capacità di stupirsi dei ragazzi, le suggestioni profonde ma senza perdere per strada la grammatica e lo studio della regola. La cultura della regola inizia dallo studio della grammatica. In particolare, è importante trasmettere all’allievo, fin dall’inizio, la consapevolezza del valore della correttezza linguistica e formale, dell’ordine e della chiarezza nella comunicazione. La chiarezza deve essere presentata come una forma di autocontrollo e anche di un doveroso impegno verso l’altro”, questa l’idea del ministro.

“Siamo molto concreti e cerchiamo di rimediare alla sindrome italiana descritta dal Censis secondo cui il 41,1 per cento degli italiani crede erroneamente che Gabriele D’Annunzio sia l’autore dell’Infinito e il 35,1 per cento che Eugenio Montale sia stato un Presidente del consiglio degli anni 50″, ha detto Valditara, citando alcuni “svarioni” comuni.

Ecco alcuni dettagli: “Aboliamo la geostoria. La storia diventa la scienza degli uomini nel tempo. L’idea è di sviluppare questa disciplina come una grande narrazione, senza caricarla di sovrastrutture ideologiche, privilegiando inoltre la storia d’Italia, dell’Europa, dell’Occidente. Di più, nella scuola primaria l’insegnamento verterà anche sullo studio del nostro patrimonio storico. Negli ultimi due anni, in particolare l’attenzione si concentrerà sui popoli italici, le origini e le vicende dell’antica Grecia e di Roma, le loro civiltà, i primi secoli del Cristianesimo. Pensiamo di reintrodurre opzionalmente elementi di latino già dalle medie, dalla seconda per la precisione, per numerose ragioni: apriamo le porte a un vasto patrimonio di civiltà e tradizioni; poi rafforziamo la consapevolezza della relazione che lega la lingua italiana a quella latina. E poi c’è il tema, importantissimo, dell’eredità”.

Cosa cambierà?

In sintesi, le novità che Valditara intende portare avanti sono:

  • Possibilità di inserire il latino nel curricolo a partire dalla seconda media;
  • Abolita la geostoria nelle superiori;
  • Centralità alla narrazione di quel che è accaduto nella nostra penisola dai tempi antichi fino ad oggi;
  • Più musica, letteratura, epica, filastrocche e grammatica alla primaria.