La decisione è di questi giorni: il latino sarà introdotto in 40 scuole secondarie statali in Inghilterra, con un investimento di oltre 4 milioni di sterline come sforzo da parte del governo per contrastare la reputazione elitaria dello studio della lingua classica. Gavin Williamson, il ministro dell’Istruzione, ha detto che il latino “può portare così tanti benefici ai giovani e inoltre ha aggiunto sappiamo che il latino ha la reputazione di essere una materia elitaria, riservata solo a pochi privilegiati, quindi voglio mettere fine a questa divisione”. Per questo il Dipartimento per l’Educazione (DfE) farà partire il programma di diffusione del latino in alcune decine di scuole pilota, per quattro anni, per i ragazzi dagli 11 ai 16 anni a partire da settembre 2022.
Nel sistema britannico le lezioni di lingua straniera sono obbligatorie nelle scuole primarie dall’età di sette anni dal 2014, e possono includere una lingua antica. Ma dall’età di 11 anni le scuole devono insegnare una lingua straniera moderna, il che significa che le lingue antiche dovrebbero essere insegnate oltre a quella.
Secondo un sondaggio del British Council, il latino è insegnato nelle secondarie in meno del 3% delle scuole statali, rispetto al 49% delle scuole indipendenti. Questo dato ha fatto muovere le istituzioni educative del Regno Unito per ridurre le differenze tra i due tipi di scuole, con l’obiettivo di innalzare gli standard scolastici e con il fine di assicurare che tutti gli alunni abbiano accesso ad un curriculum ampio e ambizioso. Inoltre, come lo stesso ministro e numerosi docenti britannici hanno ripetutamente confermato, durante un lungo periodo di acceso dibattito sulla questione della sua introduzione nelle scuole statali, il latino può aiutare gli studenti ad imparare altre lingue e altre materie come la matematica e l’inglese.
Oltre all’insegnamento della lingua, il programma di eccellenza nelle intenzioni del DfE includerà anche visite a siti del patrimonio romano, di cui in Gran Bretagna vi sono numerose testimonianze sparse dal Nord al sud del paese, per fornire agli studenti una maggiore comprensione dei classici e del mondo antico.
Un gruppo di esperti lavorerà con le scuole che sono considerate più forti nell’insegnamento del latino per creare risorse che saranno poi fornite alle scuole nelle aree svantaggiate.
La voce dei docenti
La classicista Mary Beard, storica assai nota non solo nel Regno Unito, ha accolto con favore la mossa di ampliare l’insegnamento del latino, affermando di essere “assolutamente felice per il fatto che più studenti potranno studiare una materia straordinariamente arricchente come il latino. E ha aggiunto studiare i classici ci apre alla storia del repertorio teatrale, dai primi drammi, che 2.000 anni dopo ne fanno ancora parte, ma anche ad alcune filosofie fondamentali, dalla democrazia all’impero, dai potenti governanti agli schiavi. Ma non si tratta solo del passato: studiare il mondo antico ci aiuta a guardare noi stessi, e i nostri problemi, di nuovo e con occhi più chiari”.
Jimmy Mulville, presidente dell’associazione Classics for All, ha detto che “qualsiasi mossa da parte del governo per ristabilire l’insegnamento di qualsiasi materia classica nelle scuole pubbliche è la benvenuta, quindi questa iniziativa che si concentra sul latino è un buon inizio verso quell’obiettivo finale”.
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