Come sarà l’aula scolastica del futuro? Gli esperti del settore ci dicono che dovrà essere innovativa e sicura. E nel segno della multifunzionalità. Ma soprattutto dovrà essere un’aula adattabile alle necessità, molto diversa da quella tradizionale con i banchi allineati di fronte alla cattedra dell’insegnante, considerata un modello ormai superato. Lo si evince dallo Stefano Boeri Interiors, lo studio multidisciplinare nato tra anni fa e che in questi giorni ha prodotto dei primi interessanti risultati.
Secondo i ricercatori del progetto – nato dalla collaborazione tra Napisan e Stefano Boeri Interiors nell’ambito dell’iniziativa “Igiene Insieme” – quelli che serviranno nella formazione saranno ambienti educativi che permettano la sperimentazione e favoriscano la partecipazione, senza dimenticare la DaD, come opportunità da offrire andando oltre il Covid-19.
Le aule del futuro sembrerebbero molto utili anche per vivere la scuola tutto il giorno, pure nei week end e magari d’estate, come ha programmato l’amministrazione proprio in questi giorni per quella del 2021.
Una delle caratteristiche di queste aule innovativeè che le pareti non saranno più fisse, così da modulare lo spazio su diverse necessità.
L’obiettivo, ha spiegato l’architetto Stefano Boeri, è “permettere a chi impara di poter avere accesso a luoghi esterni, una scuola pubblica nel vero senso della parola. Ma anche permettere a chi lavora in questi luoghi esterni di tornare nello spazio della scuola e svolgere attività con riverbero sulla vita di quartiere”.
“Stiamo ragionando – ha aggiunto l’architetto – su modelli di spazio educativo che permettano la sperimentazione. Stiamo immaginando spazi che possano essere adattabili a modelli di insegnamenti differenziati, magari nella stessa aula, con pareti mobili che permettano di modulare lo spazio su diverse esigenze”.
Enrico Marchelli, Ad Reckitt Hygiene Italia, ha spiegato all’AdnKronos che “lo stravolgimento delle abitudini di questo anno ha portato a ripensare il concetto stesso di scuola. Il progetto elaborato prevede classi flessibili, modificabili nell’arco” anche “della giornata a seconda delle lezioni, in cui la tecnologia viene inserita all’interno della struttura in maniera permanente”.
Marchelli ha detto che si partirà “con una prima classe pilota, selezionata tra le 8 mila coinvolte nel progetto Igiene Insieme, all’inizio della stagione scolastica 2021/22: se le valutazioni saranno positive, speriamo di poter estendere il progetto”.
I principi chiave del progetto sono quindi l’adattabilità dello spazio, per garantire diverse possibili configurazioni a seconda delle pratiche di insegnamento adottate e delle funzioni svolte; òa tecnologia, per permettere l’espansione delle opportunità di apprendimento oltre i confini della classe; la sicurezza, per fornire uno spazio d’insegnamento sicuro e sano.
Inoltre, la luce, i colori, la tecnologia e gli arredi saranno tra i protagonisti di questo nuovo modo di pensare i confini dell’apprendimento: quando si parla di spazi flessibili, che cambiano e si adattano ad ogni esigenza, significa creare all’occorrenza sale per la musica, laboratori artigianali e scuole di danza, modificandosi anche più volta nella stessa giornata.
L’aula del futuro sarà anche dotata di sistemi tecnologici avanzati e studiati per migliorare la qualità della didattica a distanza: educazione all’igiene, distanziamento sociale, dispositivi di pulizia dell’aria, attività di pulizia ordinarie e ricerca di materiali lavabili e antibatterici, sono temi cardine per una ripartenza consapevole e per ripensare il concetto di igiene e inquinamento indoor, hanno spiegato gli studiosi.
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