Oggi, 5 dicembre, come riporta La Repubblica, è stata arrestata la figlia di Laura Bonafede, la maestra legata al boss Matteo Messina Denaro, Martina Gentile. “E’ come se fosse mia figlia – scriveva il mafioso alla sorella Giovanna – ha molto di me perché l’ho insegnata io, se vedessi il suo comportamento ti sembrerei io al femminile”.
La giovane di 31 anni era diventata una delle “postine” più fidate del superlatitante di Cosa nostra fermato il 16 gennaio scorso e morto il 25 settembre. Questa mattina, i carabinieri del Ros l’hanno arrestata. La procura diretta da Maurizio de Lucia le contesta i reati di favoreggiamento e di procurata inosservanza della pena, con l’aggravante di aver favorito l’organizzazione mafiosa. La giovane resterà agli arresti domiciliari, perché madre di una bambina.
Dai pizzini e da alcune intercettazioni è emerso che la donna portava con sé la bambina nel passeggino per allontanare i sospetti. Soprattutto quando doveva consegnare i pizzini. Martina Gentile avrebbe fatto da tramite fra la madre e il latitante, consegnando i biglietti a un’altra donna, Lorena Lanceri, la vivandiera del boss arrestata a marzo assieme al marito. Per la procura la ragazza avrebbe fatto davvero tanto per favorire la latitanza del boss.
Si aggrava anche la posizione della docente: nelle scorse ore, lo riporta Fanpage.it, la procura di Palermo ha notificato a Laura Bonafede l’avviso di chiusura delle indagini a suo carico. L’iniziale contestazione del reato di favoreggiamento è stata modificata in associazione mafiosa.
Per gli inquirenti, dunque, la donna sarebbe stata legata non solo sentimentalmente al capo mafia trapanese, favorendone la latitanza, ma sarebbe stata parte attiva dell’associazione mafiosa. Secondo l’accusa, lei era la donna che si occupava più da vicino del boss che di lei si sarebbe servita anche per preparare e consegnare segretissimi pizzini, e tenere in piedi gli affari della cosca.
Lo scorso 13 aprile la maestra elementare Laura Bonafede, 56 anni, vicina al boss mafioso Matteo Messina Denaro, è stata arrestata. Il pool coordinato dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido le ha contestato i reati di procurata inosservanza della pena e favoreggiamento, con l’aggravante di avere favorito l’organizzazione mafiosa.
Stessi reati che il sostituto procuratore Gianluca De Leo contesta alla figlia della donna, Martina Gentile, che pure lei avrebbe scritto e poi incontrato il latitante: la procura chiedeva per lei gli arresti domiciliari, ma il gip li ha rigettati, stigmatizzando comunque il comportamento della giovane. Secondo Ansa il boss, Martina e la madre avrebbero condiviso anche periodi di convivenza durante la latitanza.
Dai pizzini ritrovati nell’abitazione del boss Matteo Messina Denaro emergono dettagli di una relazione sentimentale tra i due probabilmente tra il 2007 e il 2017, testimoniata da vere e proprie lettere d’amore e dediche che si sono scambiati negli anni. Bonafede, che insegna all’Istituto comprensivo Capuana-Pardo di Castelvetrano, e Messina Denaro si conoscevano dal 1996, da quando la giovane aveva avuto il permesso del padre, Leonardo Bonafede, il capomafia di Campobello, per poter raggiungere i due superlatitanti di Trapani, Francesco Messina Denaro e suo figlio. “Io non so quello che sarà di me, ma se avrò un attimo per pensare, in quel mio attimo il mio ultimo pensiero sarà per te. Grazie”, queste alcune delle parole del boss rivolte alla donna.
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