Giulia Cecchettin, la ragazza vittima di femminicidio per la cui morte è accusato l’ex fidanzato Filippo Turetta, riceverà la sua laurea in ingegneria biomedica, laurea che stava per conseguire: la 22enne è stata uccisa solo pochi giorni prima della cerimonia di laurea.
Lo ha deciso il Senato Accademico dell’Università di Padova, ateneo in cui studiava. Il riconoscimento in memoria della giovane sarà consegnato alla famiglia il prossimo 2 febbraio. I dettagli verranno diffusi nelle prossime settimane. Si aspettava da giorni una notizia del genere.
Lo stesso padre di Giulia, Gino, ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa domenica scorsa, aveva lasciato intendere che fosse proprio questa l’intenzione dell’ateneo. Mancava solo l’ufficialità e una data.
Come scrive Il Corriere della Sera, l’ultima mail di Giulia Cecchettin alla sua relatrice era stata spedita sabato 11 novembre alle 17.15, un’ora prima di salire in macchina con Filippo Turetta e trovare la morte dopo cena: “Le ho risposto che la tesi andava benissimo e che avrebbe potuto caricarla ma la mia mail purtroppo non l’ha mai letta” aveva raccontato la docente.
“Giulia ha seguito il corso di meccanica dei materiali del corso di Laurea in ingegneria biomedica – aveva sempre spiegato la professoressa del dipartimento di Ingegneria industriale – Lei frequentava con regolarità, l’ho conosciuta durante i corsi in aula. È capitato di parlarle al termine della lezione. Si è fermata qualche volta per avere chiarimenti sugli argomenti trattati. Era molto interessata, gentile anche nei modi. Finito il corso mi ha chiesto la tesi. Naturalmente ho accettato. Filippo Turetta? Nell’elenco degli studenti frequentanti c’è. Ma di lui non mi ricordo assolutamente”.
La ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha commentato la decisione dell’ateneo veneto così: “Questo non riempie l’enorme vuoto che la sua tragedia ha lasciato nella famiglia, nella comunità e in tutti noi. La laurea sarà sua, l’ha guadagnata, le mancava solo la discussione e siamo profondamente onorati e grati alla famiglia per averci permesso di darle il riconoscimento che le spetta di diritto. Educhiamo i nostri ragazzi al rispetto. Educhiamoli ai sentimenti. Per il contrasto alla violenza contro le donne siamo tutti coinvolti. Non c’è altra strada. Grazie al papà, alla sorella e al fratello di Giulia per l’impegno e le parole che in queste settimane stanno spendendo per la comunità”.
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