Una studentessa del corso di comunicazione all’Università di Milano-Bicocca è stata una delle prime a conseguire la laurea, al tempo del coronavirus, su Skype. Soddisfazione in ogni caso certamente, però, dichiara la ragazza “È stato molto, ma molto meno formale di come l’immaginavo. Mi sono ritrovata a casa con la camicia sopra e le pantofole sotto” racconta all’AGI senza nascondere un po’ di scontento. “Sì la delusione sicuramente c’è, perché ci si laurea una, due volte nella vita. È un traguardo importante che si vorrebbe anche condividere, non così”.
“Era previsto che sarebbero venuti in ateneo anche i miei amici ma alla fine erano sul divano, a casa, dietro di me, mentre parlavo su skype con il relatore e il correlatore. Tutto sommato è uscita fuori una cosa carina. Ma non la stessa cosa. Con questa modalità è mancata un po’ la “sacralita” del momento. Questo lo pensano anche altri miei compagni di studio. Mi fossi laureata un mese fa sarebbe stato tutto normale”.
“Nel mio corso di laurea, almeno una trentina si sono laureati come me su Skype. Solo una settimana prima della discussione, lunedì 24 febbraio, mi è arrivata una mail con la quale l’università comunicava che a seguito del coronavirus la discussione si sarebbe tenuta via Skype in maniera telematica e non in ufficio dal relatore. E quindi di munirci di computer per connetterci a internet e scaricare l’applicazione”.
“Ci è già arrivata la comunicazione, sempre via mail, che probabilmente la proclamazione sarà fatta negli uffici e non in aula Magna, con un massimo di due persone a testa”. E gira voce che “ci potrebbe essere la cancellazione della proclamazione in Ateneo: sarebbe stata prevista, in casi estremi, la consegna della laurea a casa. Speriamo assolutamente di no”.
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