Non è giustificata la riduzione di iscrizioni ai corsi di laurea: secondo l’Istat, infatti, l’assegno pensionistico dei “dottori” è doppio rispetto a chi è privo del titolo di studio.
Anche se per chi opera nella scuola le cose non stanno proprio così, alla luce degli stipendi medi più bassi della pubblica amministrazione, in generale l’alto grado di istruzione fa dunque la differenza. Anche sugli assegni di pensione.
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“Se il pensionato possiede un titolo di studio pari alla laurea – scrive l’Istituto nazionale di Statistica -, il suo reddito lordo pensionistico (circa 2.490 euro mensili) è più che doppio di quello delle persone senza titolo di studio o con al più la licenza elementare (1.130 euro)”.
Si conferma, quindi, anche in tempo di crisi economica, la tendenza che vuole ripagato l’investimento per il proseguimento di studi. Se portato avanti sino a livello universitario, comporta benefici professionali ed economici notevoli. Pensione compresa.
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