Attualità

Laurearsi in Italia e lavorare in Francia: titoli di studio riconosciuti in tutta Europa?

Non mancano le lettere di molti insegnanti che ci chiedono in merito al riconoscimento dei titoli di studio acquisiti all’estero come riconoscerli ai fini lavorativi. O viceversa, di neolaureati italiani che vorrebbero lavorare in alcuni paesi europei ma che dovranno capire come farsi riconoscere il proprio titolo di studio, che in alcuni settori è davvero complicato.

La proposta della Commissione UE

A tal proposito, la Commissione europea ha presentato nei giorni scorsi la proposta per accelerare la costruzione dello Spazio europeo dell’istruzione entro il 2025.

Tale spazio, come riporta Il Corriere della Sera.it, avrà lo scopo di cancellare le difficoltà che i cittadini oggi trovano nel farsi riconoscere un titolo di studio in un Paese diverso dal proprio o a iniziare a lavorare vedendosi riconosciuta una determinata qualifica.
Bruxelles vuole infatti sincronizzare le opportunità di istruzione negli Stati membri e migliorare la mobilità e le opportunità di apprendimento per i giovani di tutto il blocco. per tale motivo i commissari Ue hanno chiesto che il Consiglio acceleri il “riconoscimento reciproco automatico dei diplomi e dei periodi di studio all’estero” come “simbolo visibile dell’identità studentesca europea”;

Inoltre, si punta all’adozione di una “card europea per studenti”, che stimoli la mobilità per motivi di studio e riduca gli oneri e costi per studenti e agenzie formative.
L’obiettivo è quello di consentire ai giovani di lavorare in Francia dopo una laurea in Italia o di essere ammessi, in Spagna, all’anno di studi successivo, dopo un anno di scuola in Germania. O ancora, di insegnare in Svezia, dopo aver conseguito l’abilitazione in uno qualsiasi degli Stati membri. Ciò tutto quello che manca oggi e che andrebbe ad incentivare una mobilità continentale che dall’istruzione arrivi dritto al lavoro.

Una rete di Università per innovazione ed eccellenza

Uno dei punti per aumentare la competitività e il prestigio  dell’istruzione europea è quella di promuovere le Università in rete, che aumenterebbero la mobilità, oltre a rendere maggiormente accessibile l’apprendimento delle lingue. Verranno inoltre sviluppate altre azioni a sostegno dell’apprendimento permanente e dell’approccio orientato all’innovazione per l’istruzione e la formazione. Ma non solo: la Commissione proporrà ad esempio di sostenere la creazione di Centri di eccellenza per l’istruzione e la formazione professionale, che dovrà avere un ruolo attivo nello sviluppo economico locale e regionale.

Pertanto, gli obiettivi generali dell’iniziativa sarebbero:

– necessità di coinvolgere i giovani nella vita civile e democratica;
– l’insegnamento delle lingue straniere;
– l’educazione e cura della prima infanzia;
– il miglioramento della mobilità intra-Ue per sfruttare le opportunità di apprendimento.

Fabrizio De Angelis

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