Una dottoressa in matematica lavora come collaboratrice scolastica a scuola. Per lei si tratta di un “ripiego”, in un certo senso, ma si sente comunque felice. La donna voleva fare la docente, ma comunque è riuscita, anche se in un altro ruolo, a inserirsi a scuola. La sua storia è stata raccontata da Il Corriere della Sera.
La 33enne, pugliese, dapprima ha lavorato in Emilia Romagna per fare la collaboratrice scolastica, e qui è rimasta per tre anni. “Ho studiato per guardare la cattedra da un’altra prospettiva ma sono comunque felice dell’esperienza che ho fatto”, racconta.
Poi la donna ha deciso di ritornare in Puglia da suo marito e ottenere un lavoro (part time) da collaboratrice amministrativa in una scuola della sua regione. “Non mi sono mai lasciata scoraggiare, ho vissuto ogni giorno come un passo verso il futuro che mi stavo costruendo con dignità e autonomia”. E non importa se ha dovuto ridimensionare le aspirazioni: “I sogni a volte devono fare i conti con la realtà – dice – ma la libertà e la dignità di poter vivere con le proprie forze sono sogni reali che meritano tutto il nostro impegno”.
“Dovrò maturare il punteggio necessario a scalare la graduatoria così da poter aspirare a un posto di lavoro a tempo pieno nei prossimi anni. Qui in Puglia occorre un punteggio più alto per piazzarsi bene in graduatoria rispetto all’Emilia Romagna”, spiega.
Con un contratto di poche ore, però, lo stipendio mensile serve a malapena a sostenere le spese per raggiungere in auto il posto di lavoro. “Posso affrontare questa nuova esperienza, nonostante le diverse condizioni, perché sono a casa. Certo, sto ancora seminando, ma sono consapevole che ciò non sarebbe stato possibile se vivessi ancora da sola al Nord”, conclude.
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