A rivelare questi dati è “L’indagine sulle opportunità di lavoro dei neolaureati" realizzata dall’Osservatorio statistico dell’Università di Bologna e da Alma Laurea, la banca dati dei laureati e diplomati del sistema universitario italiano. La ricerca, che ha coinvolto 5mila giovani che hanno terminato gli studi discutendo una tesi nella sessione estiva del 1997 nelle Università di Bologna, Ferrara, Parma, Modena, Trieste, Udine, Firenze, Catania e Messina, è però ricca di altri significativi elementi.
Il 29,3 per cento dei giovani ha, ad esempio, una professione dipendente, il 22,8 un mestiere autonomo, il 23,2 un contratto a tempo determinato, il 13,3 un contratto di formazione lavoro e l’11,4 un’attività occasionale. Aumenta la tendenza verso un’occupazione autonoma e cala quella verso il pubblico impiego che solo al Sud e nelle Isole risulta avere ancora un ruolo importante. Ad avere maggiori opportunità di inserimento sono gli ingegneri, i traduttori, gli interpreti e i laureati in agraria mentre ad avere poche possibilità di successo sono coloro che hanno frequentato Scienze politiche e matematiche, Dams e soprattutto Lettere, filosofia e psicologia. Nella graduatoria delle Regioni in cui i laureati del 1997 hanno trovato nell’arco di un anno un’occupazione spiccano il Trentino (77,7%) e l’Umbria (75%). A pari merito con una percentuale del 40 per cento si posizionano Piemonte e Sicilia mentre la Calabria (27,6%) è il fanalino di coda.
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