A volte i luoghi comuni sono creati per essere smentiti. Come quello degli Stati Uniti, dove erroneamente si pensa che escano un numero spropositato di laureati. In base all’ultima classifica stilata dal “College Board”, lo scorso mese, risulta che sono però Canada, Corea del Sud e Russia le prime tre nazioni al mondo per numero di adulti laureati tra i 24 e i 35 anni. E gli Usa? Nemmeno si piazzano tra le prime dieci: risultano appena dodicesimi.
Home Archivio storico 1998-2013 Estero Laureati under 34: primeggia il Canada, Usa solo 12esimi. Italia molto dietro
Laureati under 34: primeggia il Canada, Usa solo 12esimi. Italia molto dietro
Entrando nel merito, solo il 40% degli americani tra i 24 e i 35 anni è ad oggi laureato, mentre la percentuale sale al 50 % nei tre Paesi in testa alla classifica. Per risalire, gli Stati Uniti dovranno ottenere altri 11 milioni di laureati nel prossimi dieci anni, che si dovranno aggiungere al totale attuale di 17 milioni.
Il risultato, non certo da superpotenza mondiale, è balzato agli occhi del presidente, Barack Obama, che ha chiesto spiegazioni agli esperti in istruzione ed economia. E non ha tardato per correre ai ripari. Per accorciare le distanze e allargare l’accesso all’università a una fascia più ampia di studenti americani, i funzionari della Casa Bianca hanno così proposto la loro nuova linea (che è piaciuta e prenderà il via già nei prossimi giorni): ad iniziare dal rilancio dell’occupazione, fondamentale affrontare la questione dell’educazione.
Il risultato, non certo da superpotenza mondiale, è balzato agli occhi del presidente, Barack Obama, che ha chiesto spiegazioni agli esperti in istruzione ed economia. E non ha tardato per correre ai ripari. Per accorciare le distanze e allargare l’accesso all’università a una fascia più ampia di studenti americani, i funzionari della Casa Bianca hanno così proposto la loro nuova linea (che è piaciuta e prenderà il via già nei prossimi giorni): ad iniziare dal rilancio dell’occupazione, fondamentale affrontare la questione dell’educazione.
Tra le manovre approvare c’è anche il prestito di 60 miliardi di dollari che farà affluire denaro nelle casse delle università pubbliche e del Pell Grants, un fondo federale che sostiene gli studenti provenienti da famiglie a basso reddito. Grazie all’incremento del fondo, un altro milione di studenti a basso reddito potrà accedere al Pell Grants. Gli studenti potranno inoltre fare domanda per programmi di finanziamento che fissano il tasso d’interesse al 10% del loro reddito o che lo azzerano, nel caso in cui vadano poi a lavorare nel settore pubblico.
Questo accade dall’altra parte dell’Oceano. E da noi? Nel vecchio Continente? Diciamo subito che tra la popolazione giovane (di età compresa tra 25 e 34 anni) il ritardo, rispetto alle prime nazioni al mondo, diventa molto più alto: la media Ocse risulta ancora al di sotto, seppure di poco, del 30%. In Italia, poi, sempre tra gli under 34 il numero di laureati è attorno al 15%.
Per vedere il nostro Paese primeggiare in questo campo bisogna andare a valutare la spesa che ogni Stato affronta annualmente per ogni laureato: l’Italia stravince con oltre 55.000 euro. Molto dietro seguono la Gran Bretagna, con circa 30.000 euro, e la Francia, con 25.000. Mentre negli Stati Uniti la gran parte delle spese accademiche vengono affrontare dagli studenti attingendo a prestiti, sostegni e borse di studio private. Obama ha promesso che incentiverà anche quelle pubbliche. Oltre che salvare decine di migliaia di docenti dal licenziamento. Quanto sono lontani gli Stati Uniti d’America…