Abbiamo riportato la notizia che in Australia i minori di sedici anni non potranno avere accesso ai social. Questo è quanto deliberato da una legge del Parlamento del Paese, uno dei primi ad adeguarsi in questo senso. Ma qual è la situazione in Italia? La Giornata Nazionale Contro le Dipendenze Tecnologiche, organizzata dall’Associazione Di.Te. in collaborazione con Skuola.net, ha acceso i riflettori su questo tema cruciale: il rapporto tra giovani e tecnologia. La ricerca, condotta su un campione di 2.510 ragazze e ragazzi italiani tra i 10 e i 24 anni, ha mostrato una generazione sempre più consapevole dei rischi dell’iperconnessione ma incapace di farne a meno.
Sorprendentemente, il 47% degli intervistati si è detto favorevole al divieto di smartphone sotto i 14 anni e di social media per gli under 16, ricalcando il recente provvedimento dell’Australia. Questo consenso, espresso persino dai più giovani (29% tra i 10-15 anni), rivela il riconoscimento diffuso degli effetti negativi dell’uso eccessivo della tecnologia.
Il 69% dei giovani ammette di avere difficoltà nelle relazioni offline a causa dell’uso dei social. Questo si traduce in isolamento sociale: il 26,8% non coltiva amicizie al di fuori delle piattaforme digitali e il 14,4% prova spesso disagio a incontrare amici dal vivo. “I dati ci restituiscono il ritratto di una generazione consapevole dell’importanza delle relazioni autentiche ma intrappolata in dinamiche che amplificano insicurezze e solitudini”, spiega Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione Di.Te.
Il malessere si riflette anche sull’autostima, specie tra le ragazze: il 65% si sente condizionato dai modelli proposti dai social, contro il 31% dei ragazzi. Questa pressione è evidente soprattutto nel rapporto con il proprio corpo, influenzato dai canoni estetici digitali nel 47% delle ragazze e nel 18% dei ragazzi.
Il digitale diventa spesso una via di fuga per emozioni difficili come tristezza, rabbia o frustrazione (58%), ma il sollievo è temporaneo: il 34,2% si sente insoddisfatto dopo un uso prolungato dei social. “Viviamo in un’epoca in cui tutto è immediato – avverte Lavenia – e questa istantaneità soffoca la capacità di progettare il futuro”. Infatti, il 62,3% dei giovani fatica a immaginare la propria vita a lungo termine, un fenomeno che aumenta con l’età.
Non mancano segnali positivi: il 49% degli intervistati sostiene l’introduzione di un patentino digitale per educare all’uso responsabile della tecnologia. Inoltre, il dialogo con le famiglie sembra in ripresa: il 48,7% ritiene che un maggiore coinvolgimento dei genitori potrebbe migliorare la gestione del mondo digitale, nonostante le tensioni legate a pratiche come la geolocalizzazione.
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