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Personale Ata, che tristezza: stipendi fermi a mille euro al mese, zero carriera e tante responsabilità. È mobilitazione

Si parla tantissimo di docenti malpagati, licenziati, sfruttati, discriminati e penalizzati. Pochi riferimenti, invece, vengono fatti sul personale Ata: sono circa 250mila assistenti amministrativi, tecnici e ausiliari che, a ben vedere, risentono degli stessi problemi dei colleghi docenti. Anche nella Legge di Bilancio non ci sono provvedimenti per entrambe le categorie.

I dimenticati

Anzi, a dire il vero gli Ata sono stati ancora più dimenticati: è il caso di diverse migliaia di amministrativi e collaboratori scolastici cosiddetti Covid, assunti per via della pandemia, che ancora non sanno se a fine mese saranno confermati. Mentre i docenti Covid la proroga sino a fine anno scolastico l’hanno già avuta. Ma è anche il caso dei Dsga facenti funzione, il cui futuro continua a rimanere incerto sebbene abbiano assunto il ruolo superiore per tanti anni fornendo un servizio prezioso alle scuole e coprendo tanti vuoti (in cambio di modesti compensi ulteriori).

Il personale si sente demoralizzato: gli stipendi del personale Ata rimangono tremendamente bassi (un collaboratore scolastico neo-assunto si attesta appena sopra i mille euro al mese), con l’autonomia scolastica, la professione risulta sempre più impegnativa (basti pensare ai carichi di lavoro delle segreterie scolastiche) e la carriera rimane una chimera: concorsi o progressioni “serie” si possono realizzare solo emigrando in altri comparti.

Le proposte dell’Anquap

Complessivamente, in media ogni scuola detiene una trentina di Ata. Molti stanno perdendo la pazienza. “Non molliamo e per questo confermiamo lo stato di agitazione della categoria”, ha tuonato l’Anquap, l’associazione che raccoglie per lo più le adesioni dei Direttori SGA e degli assistenti amministrativi: dopo il confronto interlocutorio con il vice capo di Gabinetto del ministero dell’Istruzione, Sabrina Capasso, l’associazione denuncia la situazione di lavoratori sempre più “stanchi di sentirsi abbandonati e marginalizzati”.

“Non siamo invisibili – ha detto il presidente dell’Anquap Giorgio Germani – chiediamo che non venga disconosciuto il lavoro enorme ed essenziale che si svolge nelle segreterie scolastiche. Faremo sentire le nostre ragioni e abbiamo presentato proposte sulla Legge di Bilancio, sul rinnovo contrattuale e sulle misure previste dal Pnrr per l’istruzione”.

Le azioni dei sindacati

Anche le altre organizzazioni, comunque, non stanno a guardare: il personale Ata figura nelle piattaforme rivendicative che hanno portato tutti i sindacati della scuola (Cisl esclusa) allo sciopero del 10 dicembre.

Pure i Cobas hanno a cuore le questioni del personale Ata. E Stefano d’Errico, leader Unicobas, anche loro in sciopero venerdì, ricorda periodicamente che i collaboratori scolastici sono i lavoratori che guadagnano meno di tutti nella Pa, ma anche gli unici che rischiano un processo penale solo perché ad un alunno accade qualsiasi cosa mentre va al bagno.

Anche il sindacato più “giovane”, l’Anief, ha ben chiara la sofferenza degli Ata: per il 9 dicembre ha organizzato un’assemblea nazionale specifica per il personale Ata.

Lunga la liste dei temi che verranno affrontati: il rinnovo del contratto 2019/21; le proposte presentate in Aran sulla revisione dei profili Ata a seguito della riunione del comitato paritetico; le proposte emendative alla Legge di Bilancio; la temporizzazione nella ricostruzione di carriera del personale transitato nel regime di Dsga; il reclutamento del personale facente funzione Dsga; la presentazione del calcolatore Anief nella ricostruzione di carriera, Cia, scatti, risarcimenti per abuso dei contratti a termine.Si parlerà anche delle ragioni dello sciopero proclamato per il giorno dopo, il 10 dicembre.

Alessandro Giuliani

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