La vicenda dei lavoratori LSU in attesa di essere assunti a tempo indeterminato con decorrenza 1° marzo rischia di diventare un caso esplosivo in molte realtà sta accadendo che, per intanto, ci sono scuole senza personale per le pulizie e per la sorveglianza degli alunni.
La stablizzazione del personale (12mia in tutto) è prevista da una disposizione contenuta nella legge di bilancio, ma non tutto sta filando liscio.
In alcuni casi i lavoratori sono senza stipendio da un paio di mesi, in altre situazioni accade che le ditte che finora hanno gestito gli appalti non accettato la proroga lasciando così le scuole del tutto “scoperte”.
Il “pasticcio” – spiega Rosa Cirillo, responsabile del Dipartimento dei Dirigenti scolastici Uil scuola – riguarda diverse realtà territoriali ed è una diretta conseguenza dei contenziosi aperti con le ditte fornitrici.
“Molti istituti si trovano in vera difficoltà, non potendo garantire la funzionalità, igiene e vigilanza – sottolinea ancora Cirillo – e i dirigenti scolastici sono esposti a gravi ed improprie responsabilità che derivano dalla assenza di istruzioni”.
In attesa che tutto il personale venga assunto Uil Scuola propone “un regime transitorio, durante il quale i vuoti di organico e di lavoro possano essere coperti, con provvisori contratti a termine”.
Sulla vicenda è intervenuta anche la segretaria nazionale di Cisl Scuola Maddalena Gissi: “Quando ci si trova di fronte a situazioni come quella delle scuole di Napoli, dove non si riesce a far fronte alle pulizie e ai servizi mensa, l’unica cosa che non si può fare è rimanere senza far nulla. A situazioni eccezionali si risponde, se necessario, con misure eccezionali”.
Anche per Gissi è necessario che “si coprano le esigenze con la nomina di supplenti temporanei”
“Se si ritiene che non sia possibile – aggiunge la segretaria di Cisl Scuola – allora si adottino altre soluzioni ma si faccia qualcosa, perché gli alunni hanno il sacrosanto diritto di studiare in ambienti puliti, così come di poter fruire del tempo scuola senza decurtazioni indotte dall’impossibilità di accedere al servizio di mensa”.
“Non è pensabile – conclude Gissi – che lo Stato rimanga inerte quando rischia di venir meno un servizio pubblico di fondamentale importanza, specie in aree dove non mancano certo le criticità di ordine sociale. L’unica cosa che non si può fare è non fare niente. Sarebbe inspiegabile e intollerabile”.
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