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Lavori socialmente utili per alunni violenti, Sinopoli (Flc-Cgil): “Visione arcaica”. Ascani (Pd): “La scuola non è un tribunale”

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Come abbiamo riportato stamane, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, intervenuto oggi all’evento “Milano direzione Nord, una nuova stagione per l’istruzione”, a Palazzo delle Stelline ha ribadito quale sarebbe la soluzione per arginare il fenomeno della violenza tra giovanissimi.

A suo avviso occorrerebbe intervenire con “forme diverse di sanzioni nei confronti di quegli studenti che non hanno capacità di rispettare le regole”. “Una cosa che mi è sempre parsa molto utile, sono i lavori socialmente utili”, ha spiegato il ministro.

Questo approccio però è stato oggetto di molte critiche. Francesco Sinopoli, che guida la Flc Cgil, dice che “appare evidente la visione arcaica e paternalistica” di Valditara.

Il commento dei presidi alle parole di Valditara

Per Mario Rusconi, presidente dei presidi di Anp Roma, l’idea dei lavori socialmente utili non è affatto nuova. “Lo Statuto degli studenti, in vigore sia per le scuole medie sia per le superiori da oltre un decennio – spiega – prevede una serie di sanzioni verso quegli studenti che commettano atti indisciplinati, forme di violenza o procurino danni alla scuola”. E racconta, attingendo dalla sua esperienza, di come da dirigente scolastico previde, come punizione ad un ragazzo che aveva devastato la porta della sua classe, di doverla riparare mentre un altro autore di uno scherzo macabro ad un compagno in gita scolastica, dovette servire alla mensa della Caritas per una settimana.

“Rimane però insoluta la questione dell’individuazione di chi occupa una scuola, non potendo accedere noi presidi ed i professori nei locali occupati. In diversi casi – sottolinea Rusconi, che ricorda come lo scorso anno le occupazioni di 50 istituti nella capitale hanno comportato una spesa per danni pari a 500 mila euro – la denuncia obbligatoria alle forze dell’ordine da parte dei dirigenti scolastici non ha ottenuto lo sgombero delle scuole, pur essendo stato richiesto. Il ministro dovrebbe intervenire su questo problema”.

D’accordo sono invece i presidi sulla proposta che riguarda i neet, caldeggiata, sempre stamane, dal capo del dicastero di Viale Trastevere: “Un problema importante quello dei ragazzi che non studiano e non lavorano e il sistema scolastico deve trovare una strada per loro, che sia studio o lavoro. La difficoltà è trovare il modo, la scuola dovrà percorrere strade più flessibili”, ragiona Cristina Costarelli a capo dei presidi del Lazio di Anp. Gli studenti trovano “positivo che il ministro Valditara si ponga tema dei Neet” mentre relativamente ai lavori socialmente utili ricordano che “le sanzioni disciplinari devono essere sempre formative e educativamente utili alla crescita dello studente”.

Ascani (Pd): “Colossali stupidaggini”

Anna Ascani (Pd) ricorda al ministro che “la scuola non è un tribunale e non deve comminare agli studenti ‘pene alternative’, è il luogo dell’educazione, lasci perdere certe colossali stupidaggini”.

La ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, intervenuta oggi a Bergamo, è per un “passaggio verso offerte didattiche meno rigide. Credo profondamente che la flessibilità sia una risorsa. Il verticalismo delle proposte accademiche è stato pensato per costruire professionalità in un mondo più settorializzato, ma adesso abbiamo bisogno di un cambiamento, di interconnessioni”.