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Lavoro agile e da casa al rush finale, ma l’innovazione deve passare per la scuola

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È stata inserita nel calendario delle attività parlamentari delle prossime settimane, la discussione sul disegno di legge che dovrà regolamentare il Lavoro Agile nei contratti di lavoro.

Dopo il nulla osta ricevuto dalle Commissioni di Bilancio e Affari Costituzionali, il provvedimento, sintesi del DDL del governo e del lavoro Parlamentare, riprende il percorso della discussione con l’obiettivo di arrivare alla chiusura in tempi brevi.

Si dice soddisfatto il presidente della Commissione Lavoro, Maurizio Sacconi, delle novità introdotte dalle Commissioni che delineano in maniera più efficace le caratteristiche dello Smartworking, affermando che “il lavoro, grazie alle tecnologie, si realizza per fasi, per cicli, per obiettivi: il lavoratore dispone di un adeguato ambito di autonomia e di responsabilità dei risultati”.

La tecnologia consente, dunque, di introdurre una variabile importante nelle modalità e nei processi dell’ambiente lavoro, in considerazione del fatto che i cambiamenti nel mondo del lavoro stesso saranno sempre più veloci e soprattutto imprevedibili nei prossimi anni.

Alla normativa che darà le regole generali che poi ogni contratto declinerà nei dettagli, servirà ovviamente un piano nazionale di alfabetizzazione digitale che vedrà coinvolte milioni di persone.

Il “lavoro agile” dovrà essere visto, inoltre, come un’opportunità di rilancio dell’occupazione e di innalzamento del livello di qualità della vita dei lavoratori.

Il lavorare da casa consente, ad esempio, una miglior gestione degli impegni familiari, più tempo per passare con i figli, meno inquinamento e stress per gli spostamenti.

È sempre fondamentale che anche la scuola si allinei in tempi brevi al percorso di innovazione tecnologica che il mercato e le normative stanno inseguendo, accelerando il percorso avviato da tempo con il Piano nazionale di scuola digitale.

 

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