A causa dell’emergenza sanitaria in corso, si è reso necessario, nel lavoro pubblico, un massiccio ricorso a modalità di svolgimento della prestazione lavorativa non in presenza ma in modalità cd. agile (smart working).
Le amministrazioni pubbliche, scuole comprese, si sono viste costrette a confrontarsi concretamente con una modalità organizzativa di lavoro disciplinata già da tempo nel nostro ordinamento, ma ancora poco utilizzata. I docenti si sono ritrovati a fare lezione a distanza, il personale ATA ha dovuto per lo più svolgere la propria attività da casa, durante il lockdown di primavera e in parte anche ora, nel corso della seconda ondata.
Per supportare le amministrazioni nel passaggio della modalità di lavoro agile dalla fase emergenziale a quella ordinaria il Ministero per la Pubblica Amministrazione ha emanato le Linee guida sul Piano Organizzativo del Lavoro Agile (POLA) e sugli indicatori di performance.
“Sono state emanate le linee guida sul Pola, un ulteriore passo avanti sulla strada del lavoro agile a regime. Saranno lo strumento in mano alle amministrazioni grazie al quale organizzare, dal 2021, il lavoro in modo più attento e capillare, valutando obiettivi e risultati finali con una conseguente ricaduta positiva sull’erogazione del servizio al cittadino” ha annunciato la Ministra Dadone.
“Molte volte in questi mesi – continua – mi è stato chiesto come avremmo valutato la produttività. Ecco, il decreto contiene a questo scopo indicatori di sviluppo e misurazione che vanno dal numero di dipendenti e giornate svolte in lavoro agile alla valutazione della performance organizzativa e individuale, fino agli impatti esterni, per l’utenza, l’ambiente e la collettività”.
“Non identifico certamente nel lavoro agile la panacea di tutti i mali della Pa, lo ripeto da mesi: è una nuova organizzazione del lavoro, uno strumento in più per le pubbliche amministrazioni. Potrà dare ottimi risultati con obiettivi chiari e un monitoraggio attento ai risultati. Iniziamo quindi un percorso diverso da quello di reazione alla crisi pandemica, mettiamo a regime una modalità di lavoro che coinvolge strumenti, innovazione tecnologica, ma soprattutto un approccio culturale da Paese di serie A, perché le sfide che ci attendono e gli obiettivi che ci poniamo non lasciano margine a nulla di meno” conclude la Ministra.
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