Con riferimento al mercato del lavoro italiano, nel 2022 sono stati siglati, in tutto, quasi due milioni e mezzo di contratti (2.495.050). Il 4,5% circa ha riguardato persone con un diploma di liceo, il 55% con un diploma di istituto tecnico, il 40,5% con una qualifica o un diploma professionale.
L’Osservatorio DataLab di Assolavoro, nell’ultimo rapporto del 2022, indica quali sono i 30 profili più richiesti dalle aziende, sull’intero territorio italiano: analisti di dati, sviluppatori software, esperti di intelligenza artificiale, tecnici energetici, tecnici dell’edilizia e geometri di cantiere, architetti e ingegneri, addetti e responsabili contabili, creatori di contenuti per social media, tecnici elettromeccanici e meccatronici, progettisti di impianti elettrici, addetti al controllo qualità, agenti commerciali e immobiliari, esperti di commercio elettronico, addetti all’assistenza clienti, addetti di call center e receptionist, elettricisti industriali e civili, operai specializzati in macchine a controllo numerico, saldatori, operatori taglio laser, manutentori termoidraulici, montatori meccanici, operai edili specializzati, operai addetti al confezionamento, responsabili magazzino, carrellisti con patentino.
In definitiva, c’è una grande richiesta di figure con competenze tecniche: alcune provenienti da un istituto professionale (per esempio, manutentori termoidraulici), altre da un istituto tecnico (per esempio, tecnici meccatronici, geometri di cantiere), altre ancora con formazione universitaria (architetti, ingegneri), compresi i diplomati degli Istituti Tecnici Superiori (ITS). Sono molto richieste le nuove professioni dell’ambito digitale e informatico, ma è ancora alta la domanda di tecnici, progettisti, geometri, come anche molto richiesti sono tuttora gli operai specializzati.
Queste sono le principali informazioni che accompagnano la lettera indirizzata dal Ministro Valditara alle famiglie, alle prese con le iscrizioni all’a.s. 2023/24.
La nota descrittiva allegata alla lettera mostra anche gli esiti occupazionali e i percorsi di studio universitari dei diplomati.
In particolare, si rileva che, a due anni dal diploma, dopo il liceo ha ottenuto un contratto di lavoro il 25% dei ragazzi, dopo l’istituto tecnico il 49%, dopo l’istituto professionale il 60%. In sintesi, sul totale dei diplomati, il 38% ha un contratto di lavoro appunto a due anni di distanza. Inoltre, si evidenzia che la maggior parte dei diplomati provenienti dal liceo continua con gli studi universitari.
Inoltre, su 10 ragazzi iscritti all’università, 7 hanno frequentato il liceo, 2 l’istituto tecnico e 1 quello professionale. In particolare, si evidenziano quali sono le scelte universitarie fatte con maggiore frequenza dai diplomati (per esempio, per chi ha frequentato il liceo, gli indirizzi scientifici, ingegneristici ed economici).
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