Secondo il rapporto Censis-Eudaimon, dedicato al welfare aziendale e intitolato “Giovani in Trappola”, solo il 4,7% dei laureati ha trovato lavoro grazie ai centri per l’impiego” (definiti “fantasmi del mercato del lavoro”) , mentre sono 1,5 milioni i diplomati e i laureati tra i 15-34 anni che svolgono un lavoro inadeguato rispetto al proprio titolo di studio.
I più sfruttati nel 2017 sono stati il 41,2% dei diplomati e il 32,4% dei laureati, mentre fra i sotto-inquadrati nel lavoro primeggiano i liceali: 1 su 2 svolge infatti un lavoro inadeguato rispetto al proprio percorso di studio.
In ogni caso, dice Censis, l’ipoteca sul futuro dei giovani inizia a scuola e prosegue più in là con lavoro non qualificato, mentre per una occupazione bisogna continuare a fare affidamento sulle amicizie personali.
Nell’ultimo anno scolastico solo il 22% di chi ha preso 6 alla licenza media è andato al liceo, gli altri si sono iscritti agli istituti tecnici o professionali, con cui si dimostra che la scelta dei ragazzi che scelgono il liceo aumenta al crescere del voto ottenuto all’esame di licenza media, è per questo che possono rivelarsi molto utili servizi di orientamento in grado di informare i giovani per favorire le scelte migliori.
Nell’ultimo anno accademico si è immatricolato il 73,8% dei liceali diplomati, solo il 33,1% dei ragazzi che hanno terminato gli studi agli istituti tecnici e l’11,3% di chi ha frequentato gli istituti professionali.
Emerge inoltre il ritratto di una scuola (così come l’aveva descritta il rapporto Ocse-Pisa) non affatto accogliente, buonista e ‘mammona’, ma fortemente ancorata alla valutazione quantitativa cosicchè il voto annuncia precocemente i successi o i fallimenti futuri dei giovani.
Salta comunque agli occhi il dato più sconfortante: per trovare lavoro l’84,9% si rivolgersi ad amici e conoscenti, l’80,7% invia cv e si sottopone a colloqui, il 75,4% ha consultato offerte sui giornali o sul web, il 26,4% è entrato in contatto con un centro per l’impiego, il 16,5% si è rivolto a un’agenzia interinale, il 9% ha fatto domanda o ha partecipato a un concorso pubblico, l’1,7% ha avviato un’attività di lavoro autonomo.
“Da questa trappola per i giovani- sottolinea Censis- bisogna uscire. Un ruolo importante possono giocarlo le imprese, mettendo a disposizione dei figli dei loro collaboratori strumenti e percorsi dedicati all’orientamento”.
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