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Lavoro, l’80% dei centri per l’impiego aperti dove meno servono

L’alto numero di disoccupati dipende non solo dalla crisi lavorativa ma anche dalla mancanza di riferimenti per i cittadini in cerca di lavoro. “L’80% dei centri per l’impiego aperti dove meno servono”. A farlo presente è stato il 5 agosto il presidente di Italia Lavoro, Paolo Reboani, nell’ambito di un’audizione presso la commissione Lavoro della Camera dei deputati, sulla gestione dei servizi per il mercato del lavoro e sul ruolo degli operatori pubblici e privati.

“Sui 556 centri per l`impiego attivi sul territorio nazionale – ha detto – soltanto 106 hanno un bacino di utenti in età di lavoro superiori a 100mila unità, soglia minima prevista”. Ed è quindi particolarmente grave “che l’80% degli sportelli risulti attivo laddove meno se ne ravvisi l’utilità fotografa in modo chiaro una situazione di palese squilibrio territoriale, e così la pressione esercitata sul singolo centro per l’impiego dalla platea dei cittadini richiedenti servizi, è molto diversa da regione a regione”.

“Ogni ipotesi di riforma del sistema – ha aggiunto Reboani – non può prescindere dalla revisione di questo particolare aspetto relativo alla eterogeneità dell’organizzazione dei servizi, come non può assolutamente trascurare la questione che si ricollega sempre al decentramento gestionale in capo alle Regioni e cioè il processo di autorizzazione e accreditamento degli operatori privati”.

Durante l’audizione sono stati resi noti anche gli ultimi dati, aggiornati al 30 giugno 2014, sui soggetti autorizzati alla somministrazione e all`intermediazione: complessivamente sono 1.653, di cui 76 agenzie di somministrazione, 6 agenzie di somministrazione specialista e 13 agenzie di intermediazione. Appartengono a questo elenco, inoltre, 80 enti di formazione, 978 istituti di scuola secondaria di secondo grado e 80 università, di cui 66 pubbliche e 20 private.

Alessandro Giuliani

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