Lavoro, la metà dei giovani svolge attività diverse dagli studi svolti
L’insoddisfazione dei giovani italiani per il lavoro svolto sta raggiungendo livelli sempre maggiori. È il dato emergente dello studio “La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2013”, commissionato dall’Istituto Toniolo e dalla Fondazione Cariplo, presentato a Milano il 18 novembre alla presenza, tra gli altri, del sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e alle Politiche Sociali Carlo Dell’Aringa.
In base a quanto riportato dai ricercatori, il 47% dei giovani italiani si adegua a percepire stipendi insoddisfacenti, il 46,5% svolge un’attività lavorativa non coerente con il proprio percorso di studi e il 48% si dice a pronto a trasferirsi all’estero pur di trovare un’occupazione o migliore di quella che ha.
Condotta da Ipsos, su un campione rappresentativo di 9mila persone di età compresa tra i 18 e i 29 anni e basata sull’ indagine “Rapporto Giovani” (promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori in collaborazione con Fondazione Cariplo e Università Cattolica di Milano),la ricerca traccia un quadro della situazione dei giovani nel nostro Paese sui temi come scuola, lavoro, impegno sociale. In particolare dai dati emerge come, nel 46% dei casi, la disoccupazione sia legata alla scadenza del contratto, mentre solo nel 15% dei casi sia dettata da una scelta volontaria legata all’insoddisfazione.
“Tutto quello che questo governo e i prossimi governi riusciranno a fare per la crescita – ha affermato Dell’Aringa commentando i risultati dello studio – sarà fatto per i giovani”. L’economista ha poi menzionato come strumento di contrasto alla disoccupazione giovanile “La garanzia dei giovani”, il programma europeo (che in Italia partirà dal 1° gennaio 2014) preposto ad agevolare il passaggio dallo studio al mondo del lavoro che prevede iniziative di garanzia volte a far ricevere agli under 25, nei quattro mesi successivi al termini degli studi o alla perdita del lavoro, un’offerta valida d’impiego, studio, apprendistato o tirocinio. “E’ un primo aiuto – ha affermato il sottosegretario – un messaggio da dare alle famiglie”.