“Chi frequenta l’agrario ha 90% possibilità di trovare lavoro”: lo dice il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, di Fratelli d’Italia, intervenendo alla premiazione degli Oscar Green della Coldiretti.
“Gli istituti agrari hanno numeri ridicoli rispetto alle potenzialità occupazionali. Oggi chi frequenta un istituto agrario ha il 90% di possibilità di trovare occupazione e se uno prosegue a livello universitario in questa scelta ha il 300% di possibilità, e può ricevere tre offerte di lavoro ad alta remunerazione già nel corso di studio ed è una grande opportunità”.
“Ci sono scuole che vanno valorizzate nella comunicazione come avviene in altre nazioni – ha aggiunto – Abbiamo appena sottoscritto un accordo con la rete italiana degli istituti agrari e degli istituti alberghieri per coinvolgerli attivamente nella promozione dei nostri prodotti nelle fiere”.
“Adesso ci sono tante richieste per lavoratori stranieri che dobbiamo far venire attraverso il decreto flussi, perché c’è una grande offerta in regola con aziende sanissime che sono come noi contro il caporalato, che è una forma di sfruttamento e anche di concorrenza sleale per gli imprenditori onesti”.
E se lo dice il ministro dell’Agricoltura bisogna crederci, anche se giornalmente sui media si legge spesso della crisi dell’agricoltura, non già per mancanza di addetti, ma per carenza appunto di manodopera a basso costo per essere più concorrenti sul mercato; di intromissione di prodotti stranieri provenienti da paesi dove i costi di produzione sono irrisori, come la Turchia e il Marocco, ma anche il Sudamerica; dello strozzinaggio a danno dei produttori agricoli da parte della grande distribuzione che stabilisce i prezzi. A parte le siccità e le inondazioni periodiche, compresi i parassiti e il respiro lungo delle multinazionali nella gestione dei semi.
Sicuramente gli Istituti agrari sono pochi e con altrettanti pochi alunni: il motivo? Non sembrano attrattivi sia sul piano di favorire una occupazione, per tutto ciò che abbiamo detto a cominciare dalla pesantezza che questo lavoro comporta, sia sul piano dei contenuti disciplinari.
Fra l’altro, tutte le statistiche indicano che l’abbandono delle campagne, al sud in modo particolare, è in continua crescita.
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