Secondo un articolo del Il sussidiario, l’uscita del portavoce del premier, Rocco Casalino, che minacciava con una chat purghe ai dirigenti del ministero dell’Economia, rei di non essere in grado di trovare i fondi per finanziare il reddito di cittadinanza, era diretta anche ai funzionari del Miur.
“Il ministero di viale Trastevere –si legge sul Sussidiario– è la dimostrazione lampante di tale logica. Giova ricordare come la “Buona Scuola” di Renzi sia stata azzoppata all’interno del ministero guidato dalla Giannini, una linguista dell’Università di Perugia che poco o nulla sapeva dell’apparato burocratico che doveva gestire. Anche il ministro Moratti subì la stessa sorte e chi non si ricorda del plenipotenziario Domenico Fazio, che tra gli anni 80 e l’inizio del duemila metteva in riga politici di tutte le razze e stagioni?”
“Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti è dunque avvisato, lui che dovrebbe conoscere molto bene l’organizzazione amministrativa del Miur, avendo ricoperto sino a pochi mesi fa un incarico dirigenziale periferico del ministero di cui ora è al vertice. Bussetti deve sapere (o forse sa molto bene) che al Miur conterà pochissimo e che quel dicastero è pieno zeppo di funzionari che vogliono una scuola onnicomprensiva, poco propensa all’efficienza, sempre prona all’accordo politico-sindacale, fortemente centralizzata, ma allo stesso tempo scarsamente interessata alle sfide educative, ideali e formative a cui i giovani italiani chiamano ogni giorno i loro docenti.
“Per capire come si perpetua questa classe dirigente basta andare sui siti ministeriali e leggersi i curricula dei vari direttori. Una lettura interessante per farsi un’idea di come si formino le competenze di che governa davvero la scuola. Fino a quando?”
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