Lazio – Nella programmazione 2007/2013 coordinamento con fondi interprofessionali

La Regione sarà impegnata in un ruolo di indirizzo, programmazione e miglioramento del sistema di qualità,  dando più ampie deleghe gestionali e finanziarie alle Province. Per queste ragioni la Commissione Ue ha invitato gli Stati membri – e l’Italia in particolare, che ha standard inferiori –  a non abbassare la guardia in merito agli investimenti in risorse umane. In questa direzione andrà la mia proposta quale Assessore alla Formazione, considerando che nel Lazio le risorse comunitarie per il FSE, ovvero quello diretto alla formazione destinata all’innalzamento delle competenze, alla buona occupazione e alla competitività, rappresentano il 55% dei fondi strutturali ad esso assegnati. In altre Regioni del Centro-Nord tale rapporto va dall’80% dell’Emilia Romagna al 70% circa della Lombardia e del Piemonte.”
E’ quanto ha dichiarato Silvia Costa, Assessore all’Istruzione, diritto allo studio e formazione della Regione Lazio, in risposta alle preoccupazioni in tal senso espresse da Confindustria e dai sindacati in occasione del convegno “La formazione continua e le prospettive di sviluppo – L’esperienza della bilateralità nel settore delle costruzioni”, organizzato da Formedil , Ente nazionale bilaterale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia, gestito da Ance (Associazione nazionale costruttori edili), da Filca Cisl, Fillea Cgil, Feneal Uil.
“Nella nostra Regione una quota rilevante di Fondo sociale europeo finanzia le infrastrutture e le politiche attive del lavoro affidate alle Province (Centri per l’impiego, orientamento, apprendistato, riconversione industriale). Siamo di fronte alla sfida dell’apprendimento lungo l’arco della vita e si sta ampliando, quindi, la platea dei titolari del diritto alla formazione.”
“Siamo indietro rispetto agli obiettivi di Lisbona relativi alla formazione continua, all’educazione permanente, al contrasto della dispersione scolastica e formativa – ha sottolineato l’Assessore Costa – Questa, nella nostra Regione, riguarda il 15% dei diciottenni  ed oltre il 20% dei ragazzi di età compresa tra i 20 e i 25 anni non possiede qualifica, né diploma. L’indice di formazione continua, inoltre, non raggiunge ancora quote soddisfacenti.”
“Il documento di programmazione regionale del FSE, già elaborato dal mio Assessorato con la consultazione di Province e parti sociali e Terzo settore, si avvarrà di ulteriori confronti con le categorie, con le Province e con la Commissione consiliare competente.
Mi auguro che l’ipotesi di ripartizione, che deciderà la Giunta, tra Fondo sociale europeo e Fondo regionale per le infrastrutture (FESR) sia ponderata ed equilibrata e si faccia carico dei punti critici dell’istruzione e della formazione nel Lazio: estensione della formazione continua, irrobustimento dell’educazione permanente, lotta alla dispersione scolastica, revisione del sistema di accreditamento degli enti di formazione, implementazione di sistemi di monitoraggio e di valutazione.
Redazione

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