Secondo il report 2023 di Unioncamere, realizzato in sinergia con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, le imprese italiane dell’industria e dei servizi hanno pianificato l’assunzione di oltre 768mila laureati, un dato pari al 13,9% dei 5,5 milioni totali di contratti di lavoro programmati, ma faticano a trovare quasi la metà dei laureati ricercati, ovvero 376mila figure professionali.
Secondo tuttavia quanto riporta Wired le dieci professioni per le quali le imprese segnalano la maggior difficoltà di reperimento ci sarebbero:
al primo posto gli ingegneri elettrotecnici con una percentuale record del 90,6%, seguono gli ingegneri dell’informazione (80,7%) e le professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche (80,3%).
Quindi i tecnici gestori di reti e di sistemi telematici (74,5%) e i farmacisti (73,1%). Buona domanda anche per gli specialisti in terapie mediche (71,4%), i medici generici (70,9%), i progettisti e amministratori di sistemi (69,8%), gli analisti e progettisti di software (66%).
Chiudono, scrive Wired, questa classifica i tecnici programmatori (65,8%).
Dunque, le professioni che la società fa più fatica a reperire per quanto riguarda i laureati interessano soprattutto gli ambiti ingegneristico, medico e paramedico e scientifico.
In ogni caso, sembra che gli indirizzi di laurea che vengono maggiormente premiati sono quelli di ingegneria elettronica e dell’informazione (96,2%), statistica (95,8%), ingegneria industriale (95,6%), altri indirizzi di ingegneria (95%) e quelli dell’area scientifica, matematica, fisica e informatica (92,6%).
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