Tutti si stanno concentrando primariamente sulla questione dell’aumento dell’orario di servizio degli insegnanti fino a 36 ore settimanali, senza tenere conto di un altro problema che emergerebbe dalla ratio del piano congeniato dal duo Reggi –Giannini. Di quale problema stiamo parlando? Si tratta del tentativo di dare pieni ed esclusivi poteri ai dirigenti scolastici sull’attribuzione degli incentivi da destinare a ruoli di responsabilità e di specifiche competenze professionali.
A questo punto l’asse del problema non è tanto l’esca lanciata dal Miur delle 36 ore di servizio settimanale, ma piuttosto il tentativo di consegnare nelle mani di una sola persona, appunto il dirigente scolastico, un potere di natura verticistica ed autarchica per cui deciderà tutto da solo. Con questo sistema cesseranno di esistere i fondi d’istituto, le contrattazioni integrative e le RSU saranno messe in cassa integrazione. Tutto dipenderà dalle scelte esclusive e speriamo ponderate del dirigente scolastico, che avrà il potere di scegliersi i collaboratori che vuole e nel numero che desidera. In buona sostanza le 36 ore sono uno specchietto per le allodole che furbescamente è stato lanciato in pasto ai giornali, come elemento distrattore al fine di nascondere un’ operazione tanto cara all’on. Valentina Aprea e a tutto il centro destra.
Il piano Reggi-Giannini ha molte convergenze con quello Aprea- Gelmini, ed ha come principio ispiratore quello di rafforzare moltissimo i poteri organizzativo-amministrativi del dirigente scolastico. D’altronde la stessa Aprea ha rivolto un plauso di approvazione alla proposta rivoluzionaria del nostro sistema scolastico fatta dall’esponente del PD Roberto Reggi.
Le parole di apprezzamento dell’on. Aprea ci fanno comprendere che tipo di riforma della scuola si sta tentando di avviare:
“Apprendo dalle notizie di stampa, con sincera soddisfazione che il Governo presenterà a giorni una proposta di modifica dello stato giuridico degli insegnanti, che riparte dai principi contenuti nella mia proposta di legge 953 discussa nella Commissione Cultura nella scorsa legislatura”.
Dunque il problema non sono tanto le 36 ore settimanali di servizio dei docenti, che sicuramente troveranno un forte ridimensionamento , secondo il naturale principio strategico del propongo 100 per ottenere 30, ma piuttosto l’obiettivo di cancellare gli equilibri di natura contrattuale dando al dirigente scolastico massima ed assoluta responsabilità sull’organizzazione del lavoro e sui criteri da adottare per le sue scelte. L’alzata di scudi dei sindacati, che sembrerebbero uniti nel contestare questa eventualità, fa presagire che non sarà facile per il governo Renzi realizzare il piano Reggi-Gianni o Aprea-Gelmini che dirsi voglia, anche perché la protesta è forte e sta montando enormemente.
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