Sono ben 45 le “idee” che il presidente Renzi e il ministro Madia elencano nella lettera indirizzata a 3milioni di dipendenti pubblici e che dovrebbero servire per riformare la Pubblica Amministrazione.
La prima misura è quella della eliminazione dell’istituto del trattenimento in servizio che secondo il Governo potrebbe liberare non meno di 10mila posti di lavoro. In pratica si tratterebbe di cancellare le deroghe che oggi consentono – anche nella scuola – di continuare a lavorare anche oltre il raggiungimento dei limiti dell’ età pensionabile.
Ma si parla anche della “applicazione rigorosa delle norme sui limiti ai compensi che un singolo può percepire dalla pubblica amministrazione, compreso il cumulo con il reddito da pensione”: se comprendiamo bene il senso delle parole questo vuol dire una conferma delle norme contenute nel DL 78/2010 che sono poi le stesse che hanno determinato nel comparto scuola il problema delle posizioni economiche Ata (problema che – a questo punto – non avrà più soluzione).
L’ipotesi di riduzione del 50% del monte ore dei permessi sindacali nel pubblico impiego non potrà che trovare la ferma opposizione delle organizzazioni sindacali, mentre non si capisce bene cosa voglia dire il “ruolo unico della dirigenza”: per i dirigenti scolastici potrebbe significare un’inaspettata rivalutazione degli stipendi che oggi sono i più bassi fra quelli di tutti i dirigenti dello Stato, ma forse è meglio aspettare il testo del disegno di legge per saperne qualcosa di più preciso.
Interessante, in linea di principio, la regola dell’ ”inasprimento delle sanzioni, nelle controversie amministrative, a carico dei ricorrenti e degli avvocati per le liti temerarie”che dovrebbe servire a limitare il contenzioso amministrativo, ma francamente l’applicazione di questo principio ci pare alquanto complicata.
L’ultima idea (messa in chiusura dell’intero documento, in modo forse non del tutto casuale) recita testualmente: “obbligo di trasparenza da parte dei sindacati: ogni spesa online”.
Sembra quasi una sfida, se non addirittura una provocazione.
Ora si attendono le prese di posizione.
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