Nei giorni scorsi il Premier Renzi ha rilasciato una delle sue dichiarazioni totalmente false e propagandistiche a cui ci ha abituati negli ultimi anni, riportando un dato del tutto inesistente sull’assunzione di tutti i docenti precari della scuola nella propria regione o provincia di riferimento grazie al piano assunzioni della buona scuola.
Capitolo 1. La verità sulla nascita della riforma scolastica
E’ ben noto a tutti che la riforma nasce per un motivo principale e ben specifico: porre rimedio alla violazione dei contratti a termine attuata dallo Stato italiano e condannata dalla Corte Europea.
Capitolo 2. La verità sul piano di 100 mila assunzioni
Per camuffare il reale fine della riforma, il governo Renzi escogita un bel raggiro, tentando di rivendere la Legge come un necessario riordino e miglioramento del sistema scolastico.
Il piano di assunzioni scaturito dalla condanna europea viene utilizzato dal premier per sbandierare migliaia di nuovi posti di lavoro dinanzi ai quali i tanti docenti che lamentano la condizione a loro imposta, paradossalmente peggiore dell’attuale precariato, vengono bacchettati e considerati degli
ingrati.
Capitolo 3. La verità sulle procedure di reclutamento
Il sistema di reclutamento attuato ha introdotto numerose gravi disparità di trattamento tra tutti i docenti suddividendoli in fasi con modalità e destinazioni di assunzione enormemente differenti e in totale contrasto con il carattere regionale e provinciale delle graduatorie. A ciò si aggiunge un esplicito ricatto: la cancellazione da ogni graduatoria in caso di rinuncia.
Capitolo 4. La verità sulla “deportazione” dei docenti
L’esito del piano di assunzioni ha confermato tutte le disparità presenti con evidente maggior danno di quella categoria di docenti (c.d. Fase B) che è stata sottoposta a una vera e propria “deportazione” (che il premier continua a negare) per lo più dal sud e dalle isole maggiori alle regioni del nord, con evidenti disagi familiari, sociali ed economici che non potranno mai essere compensati dall’ottenimento di un contratto e da uno stipendio del tutto inadeguato.
Capitolo 5. La verità sulla violazione del concetto di merito
Le discriminazioni attuate dal nuovo sistema di reclutamento hanno stravolto il concetto di merito, tanto sbandierato dal governo, capovolgendo le posizioni dei docenti in graduatoria: i soggetti collocati nella parte alta delle graduatorie, ossia con punteggi maggiori, venivano estromessi dalle
proprie regioni nella c. fase B, mentre ai soggetti collocati nella parte bassa, ossia con punteggi più bassi, veniva inspiegabilmente riservata una quota di posti nelle proprie regioni.
Capitolo 6. La verità sulla mobilità
Alla stregua delle disparità già attuate col piano di assunzioni, le procedure stabilite per i trasferimenti dei docenti introducono ulteriori elementi discriminatori tra tutte le categorie in base all’anno di assunzione, alla fase del piano di assunzione e alle graduatorie di appartenenza, riuscendo ancora una volta a capovolgere criteri meritocratici e perdendo un importante possibilità per tentare un riordino delle disparità attuate.
Capitolo 7. La verità sul nuovo concorso
Il nuovo bando di concorso, oltre a proseguire l’azione discriminatoria in atto precludendo la partecipazione a diverse categorie di aspiranti docenti, dimostra l’illogicità e l’assurdità della deportazione dei docenti a fronte di nuovi posti in tutte le regioni.
Caro Renzi dato che né lei, né i suoi collaboratori ne sono a conoscenza (o fingono di non esserlo) vi informo che migliaia di insegnanti stanno vivendo la tragedia della separazione dalle proprie famiglie, di una vita in solitudine in luoghi distanti migliaia di chilometri dalle proprie regioni, con enormi difficoltà economiche dovute a miseri stipendi che si esauriscono con l’affitto di case, coi viaggi, ecc.; mentre continuano a svolgere il proprio lavoro; mentre denunciano in tutti i modi e a tutti i possibili referenti (sindacati, ministero, parlamento, legali) la folle situazione cui sono stati costretti; mentre vedono spegnersi anche le possibili speranze di rientrare a casa mediante mobilità, essendo stati relegati in coda a colleghi certamente più fortunati in quanto assunti prima della maledetta riforma; mentre incaricano giuristi e avvocati di intraprendere azioni legali, unica via per poter ottenere giustizia in questo paese incivile.