Cerchiamo di sfatare il mito dell’insegnante, soprattutto quello delle scuole secondarie, che lavorerebbe solamente per 18 ore settimanali distribuite comodamente in 5 giorni alla settimana per poco più di 200 giorni l’anno. Infatti è questo quello che si pensa degli insegnanti, quasi avessero un lavoro part time con stipendio intero e fossero una categoria di dipendenti pubblici privilegiata e anche ben pagata in relazione a quel che fanno. Ma è veramente così? Francamente guardando con la lente d’ingrandimento il lavoro di un docente delle scuole secondarie, non è affatto così. Esiste una quantità considerevole di tempo dedicato alla scuola che non viene riconosciuto e considerato da nessuno, eppure c’è ed è svolto nell’indifferenza più totale. Pensiamo alle ore di formazione che ogni anno numerosi docenti svolgono nelle ore pomeridiane. Si tratta di formazione che poi ha una ricaduta sulla qualità dell’insegnamento e che quindi è necessaria per rendere la didattica sempre aggiornata ed attuale. Vengono in mente i corsi di formazione sulle CLIL o sulle TIC, che prevedono incontri settimanali di 3, 6 o anche 9 ore della durata quadrimestrale o anche annuale. Ovviamente il docente segue questi corsi senza avere alcuna riduzione oraria di servizio, garantendo quindi il normale svolgimento delle attività curricolari la mattina, seguendo i corsi e preparando le lezioni il pomeriggio. Oltre la formazione, che anche se non è obbligatoria è deontologicamente doverosa, ci sono altri compiti a cui l’insegnate è chiamato alle sue responsabilità lavorative. Stiamo parlando ad esempio di tutta quell’attività collegiali e di rapporto con le famiglie, ma anche di programmazione didattica, che prevede un impegno calcolato per norma contrattuale (art. 29 CCNL 2006-2009 comma 3 punti a e b) in 80 ore annue. Ma c’è di più: lo stesso art. 29 su citato al comma 3 punto c) prevede l’obbligo del docente a svolgere gli scrutini e gli esami, compresa la compilazione degli atti relativi alla valutazione. Questo obbligo non è quantificabile ma tuttavia si tratta di un lavoro molto delicato e di piena responsabilità, che viene svolto con estrema concentrazione da ogni docente. Sia nel caso degli scrutini, che in quello degli esami, il docente dedica lunghissime ore della giornata per intere settimane alla compilazione di schede sia digitali che cartacee. A quanto detto si deve aggiungere che il docente ha anche altri obblighi deontologici a cui non può sottrarsi, si tratta degli adempimenti individuali come ad esempio la preparazione delle lezioni e delle esercitazioni; la correzione degli elaborati; i rapporti individuali con le famiglie. Tutti atti dovuti e previsti dalle norme contrattuali che sottraggono tempo alla vita dell’insegnante. Ed esiste ancora un altro momento di cui non si parla mai, ma che sottrae tempo alla vita dell’insegnante: i colloqui riservati che molti docenti hanno con i rispettivi dirigenti scolastici. Certo questi non sono obbligatori, ma sono necessari. A volte capita, quando è il dirigente scolastico a convocare il docente, che diventano ufficiali ed obbligatori.
In buona sostanza esistono almeno altre 18 ore settimanali degli insegnanti oltre quelle svolte in classe con i ragazzi, che nessuno considera ma che nella realtà esistono.
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