Ciò significa, che, malgrado qualche ora di trepidazione dopo la presentazione della manovra finanziaria che prevede il blocco del turn over in larga parte del pubblico impiego, è certo, da quanto dichiarato dalla Gelmini stamattina in un incontro a Roma, che la scuola non rientrerà in questo piano.
Nelle prossime settimane, ha aggiunto il Ministro, ci sarà un tavolo tecnico a palazzo Chigi per definire le modalità di questo piano, tanto attese da tutti il mondo dei precari storici. Secondo le previsioni del governo per assorbire tutti i precari in lista potrebbero bastare anche meno di sei anni, in quanto il Piano triennale per le immissioni in ruolo prevede “l’assunzione a tempo indeterminato di docenti” e Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) “su tutti i posti disponibili e vacanti in ciascun anno”.
Quest’anno i posti vacanti sono 67 mila: 30mila docenti e 37mila Ata. E dovrebbero essere proprio 67 mila i posti assegnati a settembre.
Con una clausola che fa riflettere: il piano dovrà essere «annualmente verificato » dai tre ministeri. Insomma, le cifre si scriveranno anno per anno.
Siamo tutti memori, però, di un altro famoso piano di assunzioni, quelle del ministro Fioroni: per il triennio 2007/2010, 150.000 assunzioni docenti e 30.000 Ata, che erano “ fondamentali per restituire alla scuola pubblica di questo Paese una condizione di qualità nel funzionamento, che si avvale, prima di tutto, della risorsa docenti e della continuità didattica che la stabilizzazione dei posti può assicurare.”
Caduto il Governo Prodi, di queste cifre i precari della scuola sono ancora in paziente attesa. Tanto più che, secondo le ultime indiscrezioni, l’autorizzazione da parte del Mef arriverà solo per 10.000 assunzioni di docenti e 6.500 Ata. Le assunzioni ci saranno, e già è qualcosa. Ma quante?