Le assunzioni del prossimo triennio non si limiteranno ai 63.712 vincitori del concorso, ma riguarderanno anche 30mila precari delle GaE.
A dirlo, è stato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, a colloquio con Repubblica.
Questa è stata la domanda posta dal cronista. Ci sono 15 mila docenti dell’infanzia nelle graduatorie di prima fascia e 1.720 idonei dopo il concorso 2012 che non avete preso in considerazione con la Buona Scuola: devono fare il concorso anche loro per essere assunti? Risposta del ministro: “il concorso è una possibilità per tutti, da prendere al volo. Diciamo che, a fianco dei 63mila vincitori, assumeremo altri 30 mila docenti attraverso le graduatorie Gae. Lì dentro ci saranno maestre e maestri d’infanzia”.
Ricordiamo che, dichiarazioni di Giannini a parte, a rassicurare i docenti abilitati precari inseriti nelle GaE è soprattutto il comma 109, punto c, della Legge 107/2015: “per l’assunzione del personale docente ed educativo, continua ad applicarsi l’articolo 399, comma 1, del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, fino a totale scorrimento delle relative graduatorie ad esaurimento”, recita la norma. E siccome coloro che sono rimasti nelle GaE sono forse il doppio dei 30mila indicati dal ministro Giannini, significa che anche nel 2020 continueremo ad avere dei docenti precari storici ancora a rivendicare l’immissione in ruolo.
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Nel corso dell’intervista Giannini ha parlato anche dell’imminente approvazione delle classi di concorso. “Il 15 gennaio entra in Consiglio dei ministri il decreto. A inizio febbraio il bando sarà nero su bianco”. Il ministro della Pubblica istruzione Stefania Giannini parla a Repubblica del concorso per assumere 63.712 docenti in tre anni.
Il bando doveva essere pubblico l’uno dicembre 2015. “A fine marzo prova scritta, a giugno gli orali. A settembre i vincitori in cattedra”.
Il commento si è quindi spostato sul prossimo concorsone: “porteremo giovani docenti nelle classi elementari, medie e superiori. Ipotizziamo duecentomila candidati. Uno su tre sarà insegnante a tempo indeterminato”, ha concluso il ministro.
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