Mancano pochi giorni all’avvio dell’anno scolastico 2022/2023, il prossimo 1°settembre inizia il nuovo anno scolastico. Tra le prime incombenze del dirigente scolastico e del Collegio docenti c’è la formulazione e l’approvazione del piano annuale delle attività. Tale piano prevede tutti gli impegni collegiali dell’anno scolastico che si dovranno svolgere dal settembre 2022 al giugno 2023.
Prima dell’inizio delle lezioni, il dirigente scolastico predispone, come abbiamo appena detto e sulla base delle eventuali proposte degli organi collegiali, il piano annuale delle attività e i conseguenti impegni del personale docente, che sono conferiti in forma scritta e che possono prevedere attività aggiuntive. Il piano, comprensivo degli impegni di lavoro, è deliberato dal collegio dei docenti nel quadro della programmazione dell’azione didattico-educativa e con la stessa procedura è modificato, nel corso dell’anno scolastico, per far fronte a nuove esigenze. Di tale piano è data informazione alle OO.SS. di cui all’art. 7 (RSU e sindacati provinciali firmatari di contratto).
È utile sapere che il Dirigente scolastico che non fa deliberare il Collegio docenti sul piano delle attività annuale e non informa le RSU e i sindacati provinciali rappresentativi sui contenuti di tale piano, agisce in modo antisindacale e potrebbe avviarsi un’azione per condotta antisindacale ex art.28 Legge n.300/70.
Le ore di servizio dei docenti, svolte nelle prime due settimane di settembre, ovvero prima dell’inizio delle lezioni da rivolgere agli studenti delle classi assegnate, sono da calcolarsi all’interno di quelle 40 ore previste dal contratto all’art.29 comma 3 lettera a).
Tale norma contrattuale regolamenta l’attività funzionale all’insegnamento dei docenti. Il comma 1 del art.29 del CCNL scuola 2006/2009 specifica che l’attività funzionale all’insegnamento è costituita da ogni impegno inerente alla funzione docente previsto dai diversi ordinamenti scolastici. Essa comprende tutte le attività, anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione, compresa la preparazione dei lavori degli organi collegiali, la partecipazione alle riunioni e l’attuazione delle delibere adottate dai predetti organi.
Nello specifico il comma 3 lettera a) dell’art.29 del CCNL scuola regolamenta l’orario di servizio annuo riferito alla partecipazione alle riunioni del Collegio dei docenti, ivi compresa l’attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno e l’informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali e sull’andamento delle attività educative nelle scuole materne e nelle istituzioni educative. Nel suddetto comma è scritto che tali attività collegiali sono quantificate fino ad un massimo di 40 ore annue.
Il dirigente scolastico, all’inizio dell’anno scolastico, deve proporre anche un piano annuale per quanto riguarda l’attività di svolgimento dei consigli di classe. All’art.29, comma 3, lettera b) del CCNL scuola 2006/2009 è specificato che la partecipazione alle attività collegiali dei consigli di classe, di interclasse, di intersezione prevede un impegno fino a 40 ore annue. Gli obblighi relativi a queste attività sono programmati secondo criteri stabiliti dal collegio dei docenti; nella predetta programmazione occorrerà tener conto degli oneri di servizio degli insegnanti con un numero di classi superiore a sei in modo da prevedere un impegno massimo fino a 40 ore annue.
Gli scrutini intermedi e quelli finali non rientrano nel calcolo delle 40 ore, ma si tratta di impegni obbligatori aggiuntivi.
Per quanto riguarda la formazione e l’aggiornamento è valido ancora l’art.66 del CCNL scuola 2006-2009. In tale norma è disposto che in ogni istituzione scolastica ed educativa il Piano annuale delle attività di aggiornamento e formazione destinate ai docenti è deliberato dal Collegio dei docenti coerentemente con gli obiettivi e i tempi del POF, considerando anche esigenze ed opzioni individuali. Analogamente il DSGA predispone il piano di formazione per il personale ATA.
Il Piano complessivo si può avvalere delle offerte di formazione promosse dall’amministrazione centrale e periferica e/o da soggetti pubblici e privati qualificati o accreditati. Il Piano si articola in iniziative: promosse prioritariamente dall’amministrazione; progettate dalla scuola autonomamente o consorziata in rete, anche in collaborazione con l’Università (anche in regime di convenzione), con le associazioni professionali qualificate, con gli Istituti di Ricerca e con gli Enti accreditati.
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