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Le autogestioni, i selfie e i corsi con didattica alternativa

E per confermare che non si tratta di bufale, tutto il percorso degli inviati è stato documentato con un ricco reportage fotografico. I corsi però, effettuati durante le autogestioni, sono rigorosamente concordati con preside e prof, affibbiando loro  il nome di “didattica alternativa”.

Ecco cosa avviene durate queste ore

Secondo quanto si legge nel portale di Skuola.net tutta questa esperienza appare assolutamente positiva. Innanzitutto si  annuncia l’assemblea e si vota sulla proposta di didattica alternativa. Raggiunta la maggioranza si sottopone l’idea al dirigente scolastico e, se anche lui è d’accordo, si comincia l’autogestione, ma nei giorni in cui non si effettuano ore di lezione normali.

Le regole però impongono che devono essere annotati i presenti e gli assenti, mentre sono esclusi i soliti prof, almeno quelli troppo presenti e delle cui materie poco interessa.

Infatti, scrive il portale, a tenere i corsi nei giorni autogestiti sono gli studenti stessi, ma anche i loro genitori e qualche insegnante che ha da raccontare qualcosa di diverso dalle formule chimiche o dai versi delle poesie, o che magari sa riproporle in maniera attuale e divertente.

Al liceo “Newton” è stata la dirigente scolastica ad organizzare le ore di didattica alternativa insieme ai ragazzi e così gli studenti hanno potuto navigare verso altri contenuti durante i giorni di autogestione concessi. E fra le materie autogestite fanno capolino, fra le altre, le tecniche del Tai-Chi, che serve per rilassarsi prima di un compito in classe, mentre molte ragazze, usufruendo di tale tecnica, potranno uscire da sole un po’ più tranquille, perché fra le virtù del Tai-Chi c’è anche l’autodifesa.

E non è tutto. Tra i corsi di didattica alternativa, quelli che hanno riscosso più successo sono stati: il corso di fotografia professionale, sfruttando le capacita applicative del proprio smartphone, per chi lo possiede, insieme al racconto della storia della fotografia, dalla nascita nella camera oscura agli scatti nei selfie.

E scortati dai ragazzi del servizio d’ordine, tutti rigorosamente in pettorina gialla o azzurra, gli inviati di Skuola.net hanno assistito ad un corso di rap, ed uno di web series tenuto da un esperto, ideatore e produttore di “Esami”.

Ma gli studenti hanno imparato pure che la birra, per essere degustata, non va sputata come il vino, perché i recettori dell’amaro si trovano in fondo al palato.

Al Newton esiste anche una classe il cui prof è stato assente per un mese intero e proprio per casi come questo, preside e rappresentanti hanno pensato bene di attivare anche corsi di recupero. E per chi invece fosse già proiettato nel futuro, non poteva mancare una lezione tenuta da un ex studente su come superare il test d’ingresso di Medicina. Inutile dire che non è mancato anche qualche corso messo in piedi solo per divertimento o il vecchio visto e rivisto, ma sempre utile: “Sessualità e affettività”.  “Un’esperienza che ci arricchisce”, ha commentato uno studente, che si è pure chiesto, con tanti altri suoi compagni: allora perché non interrompere le normali ore di didattica tradizionale più spesso? Singolare appare quanto viene detto dal sito degli studenti: anche ai prof piace, ma sono “ingabbiati dal meccanismo dei voti e da strumentazioni obsolete e malfunzionanti. Senza contare che spesso sono proprio i genitori degli studenti ad aspettarsi e richiederci di utilizzare solo i metodi d’insegnamento che tutti conosciamo”.

p.almirante@alice.it

Pasquale Almirante

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