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Le aziende che non sentono la crisi: investiamo in istruzione

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Quando si dice impresa non sempre siamo di fronte a realtà produttive in crisi. Anzi. In alcuni casi queste aziende, in grado di reggere l’urto del difficile momento economico, indicano la necessità di investire nella formazione dei giovani.
Ecco un esempio. Luxottica, leader mondiale nella produzione degli occhiali, dopo un 2012 chiusi con risultati definiti “storici”, sta affrontando l’anno in corso con una prospettiva altrettanto rosea, confortata dall’aumento degli utili netti del 10,5% nel primo trimestre.
Ma quel che interessa più da vicino il mondo dell’istruzione – a riprendere la notizia è stata la Cisl Scuola – è che il suo amministratore delegato, Andrea Guerra, intervistato in questi giorni dal Corriere della Sera, ha dichiarato che la priorità del neo costituito governo di Enrico Letta deve essere l’istruzione. “Serve molta cultura, serve conoscenza, servono le persone. Per questo dico: ripartiamo dai ragazzi. Istruzione e cultura vengono prima di tutto. Sono la mia fissa. È l’unico sistema per rimettere in moto i meccanismi strutturali strategici del Paese”.
E, seguendo questa impostazione, Luxottica non si limita a predicare, ma investe nel welfare integrativo aziendale per un costo di 14 milioni l’anno. Le strade individuate dall’azienda sono: creazione di un network per l’ascolto e l’indirizzo dei ragazzi che finiscono la terza media; potenziamento dei soggiorni all’estero dei nostri studenti  in tutto il mondo; aumento delle borse di studio loro rivolte, che da 185 nel 2012 (mille euro ciascuna in media) saliranno a 350 nel 2013-14.
Ora, se tante altre aziende dovessero investire nella formazione, sicuramente si riuscirebbe a sopperire a molte delle mancanze di cui si è reso artefice il ministero dell’Istruzione negli ultimi anni.