Categorie: Personale

Le bugie politiche sulla storia degli scatti

Incominciamo con il dire che gli scatti di anzianità, unico modo per gli insegnanti di avanzare in carriera, non sono da considerarsi un privilegio economico di categoria, ma più correttamente bisognerebbe considerarli un sistema per distribuire e spalmare a tutti i docenti italiani, con l’avanzamento dell’anzianità di servizio, il salario ottenuto dai patti contrattuali del 23 gennaio 2009. Quel contratto, è giusto ricordarlo, non venne firmato dalla Flc-Cgil, che lo bollò come inadeguato e irricevibile.
Da allora più nessun contratto è stato firmato per la scuola, fatta eccezione per un altro contratto stipulato per garantire la sostenibilità economica e finanziaria del piano delle immissioni in ruolo del personale.
In quell’occasione si rimodularono le posizioni stipendiali contrattualmente previste in modo tale da sopprimere la seconda fascia stipendiale accorpandola con alla prima dal punto di vista economico. In buona sostanza quell’accordo avvenuto nel 2011 portò la prima fascia stipendiale da 0 a 8 anni, bloccando per i neo immessi in ruolo l’avanzamento di carriera fino al nono anno di servizio.
Questo fu l’incipit del blocco degli scatti di anzianità per il personale scolastico.
Infatti è opportuno ricordare che con l’art. 9, comma 23, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, si dispose che gli anni 2010, 2011 e 2012 non erano utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti.
Quindi il blocco degli scatti arriva quando al Governo c’è ancora il ministro Gelmini. Ma chi è stato a sbloccare gli scatti di anzianità della scuola e a porre rimedio a questo pasticcio?
Su questa domanda nasce un duro confronto tra la senatrice Francesca Puglisi del Partito Democratico e la responsabile scuola di Forza Italia on. Elena Centemero.
Da un gruppo facebook aperto dalla stessa Centemero, intitolato “Forza Italia scuola 3.0”, riprendiamo la risposta che la Centemero dà alla Puglisi: “La Senatrice Puglisi è un po’ smemorata. Lo sblocco degli scatti per i docenti fu una scelta politica della Ministra Gelmini, come tutti i sindacati ricordano, e riguardava gli anni 2010, 2011 e 2012 a valere sul fondo per il merito. La cosa grave del dl uscito oggi dal CDM è il fatto che, qualora i risparmi del fondo per il merito non venissero usati nella negoziazione degli scatti, tornerebbero al MEF. Un’ennesima figuraccia della Ministra Carrozza che forse anche questa volta non ne era informata!”.
Ma le cose stanno veramente così come sostiene la responsabile scuola di Forza Italia? Qualche bugia nella dichiarazione della Centemero c’è. È assolutamente vero che il decreto interministeriale tra Mef e Miur del 14 gennaio 2011 è stato emanato congiuntamente dai ministri Gelmini e Tremonti, artefici primari del blocco, ma quel provvedimento dava certezza solo per il 2010, e poneva all’art.4 di detto decreto dei limiti oggettivi per le annualità successive. La Centemero dimentica di dire un’altra verità che è giusto ricordare: “A causa dei tagli sui docenti di sostegno attuati dai ministri Gelmini e Tremonti, riconosciuti illegittimi dalla Corte Costituzionale, le economie certificate ai sensi dell’art. 64 della legge 133/2008, sono servite a mettere una toppa a questi tagli, reintroducendo i posti in organico, ma lasciando, per tale motivo, le casse vuote per sanare i blocchi degli scatti 2011-2012″.
Quindi se la Puglisi, come afferma la Centemero dice bugie o omette verità, la stessa cosa vale per la stessa Centemero, che se non bugie dice mezze verità.

Lucio Ficara

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