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Le classi separate del generale Vannacci (imposto da Salvini) imbarazzano il Governo, pure Valditara prende posizione. La scuola all’unisono: il disabile è una risorsa

L’uscita a gamba tesa del generale Roberto Vannacci sull’opportunità di creare classi separate con alunni che hanno problemi di apprendimento, ha costretto più di un rappresentante del Governo Meloni a prenderne le distanze: uno dei primi è stato il titolare dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il quale ha fatto notare che Vannacci non sia della Lega e anche di non condividerne le posizioni.

Pure il ministro Giuseppe Valditara ha deciso di uscire allo scoperto, ricordando quanto di buono ha fatto il partito del Carroccio nell’anno e mezzo di Governo passato, prioprio col professore di Diritto Romano al vertice: dalla Lega, ha fatto sapere il ministro dell’Istruzione e del Merito, sono arrivate “politiche concrete a favore dell’inclusione degli studenti con disabilità“.

Quindi, Valditara, pur senza fare alcun riferimento alle parole del generale, fresco di candidatura con la Lega alle elezioni europee, ha deciso di pubblicare il lungo elenco di provvedimenti presi durante il suo mandato a Viale Trastevere, prendendo però anche indirettamente, a modo suo, le distanze da Vannacci.

Ha parlato degli oltre “13mila docenti di sostegno assunti a settembre” delle “significative assunzioni in programma per i prossimi anni”, come “delle risorse Pnrr per l’edilizia destinate alla riqualificazione delle scuole per l’abbattimento delle barriere architettoniche”, “dell’obbligo per i docenti di sostegno assunti in ruolo di rimanere per tre anni sulla cattedra”.

Come pure della “possibilità per le famiglie di chiedere che anche i docenti precari di sostegno rimangano per tre anni a seguire lo studente con disabilità per garantire la continuità sul sostegno”, dei 25 milioni di euro “per l’utilizzo della intelligenza artificiale a supporto degli studenti con disabilità” e dei 70 milioni assegnati alle “scuole paritarie finalizzati al trasporto degli alunni con disabilità”.

La precisazione di Valditara, preceduta da puntualizzazioni di politici dei partiti di Governo e caldeggiata anche da esponenti più moderati, come di Italia Viva, era nell’aria dopo che pure il mondo della scuola ha puntato il dito contro il generale imposto (sembra anche alla Lega) dal vice-premier Matteo Salvini.

Del resto, tutti gli studi più moderni e avanzati pedagogici e sulla didattica indicano quanto sia benefico per tutti gli alunni, disabili e normodotati, vivere le esperienze scolastiche nella stessa aula. Con il docente a gestire con abilità il tutto, puntando sulla personalizzazione degli apprendimenti.

“Il Generale Vannacci – ha puntualizzato Ivana Barbacci, leader della Cisl Scuola, ricordando anche questi studi – ha un’idea di scuola e di società che è esattamente all’opposto della nostra, ma non è questo ciò che importa: importa che nega ciò che di più buono la scuola e la società hanno fatto da decenni, cercando di dare concreta e coerente attuazione ai principi della nostra Costituzione. Non è certo con questi personaggi che l’Italia potrà aspirare a un ruolo da protagonista in Europa”, ha chiosato la segretaria generale facendo intendere quanto possa essere stata inopportuna la sua candidatura leghista.

Poco prima, molto duro era stato anche il M5s, che con una nota ha definito “le parole di Roberto Vannacci sulle classi separate per studenti disabili deliranti, pericolosissime o offensive per migliaia di famiglie”, perché il candidato leghista avrebbe “propagandato una ghettizzazione disumana dei bambini, in contrasto con i valori più profondi della nostra Costituzione e con la Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità, che impegna a una partecipazione paritaria delle persone con disabilità nella società, scuola ovviamente compresa”.

“Cosa ne pensano i ministri leghisti alla disabilità e all’istruzione Alessandra Locatelli e Giuseppe Valditara? Difenderanno la scuola pubblica italiana e gli studenti disabili dai deliri di Vannacci o avalleranno con il loro silenzio un’idea che riporta agli anni più bui e terribili del secolo scorso?”, hanno quindi chiesto i grillini.

Ecco perché “molto opportunamente il ministro Valditara ha ricordato l’impegno della scuola italiana sulla base del dettato della Costituzione, l’impegno per favorire la piena inclusione dei ragazzi disabili”, ha commentato in serata Mario Rusconi, presidente Anp Roma.

“Nella scuola italiana l’impegno dei docenti da questo punto di vista è sempre stato molto attivo, ha continuato Rusconi, spiegando che “miglioramenti se ne potranno fare specializzando sempre più gli insegnanti di sostegno, ma pensare di tornare alle vecchie famigerate classi differenziali non aiuta lo sforzo che sta facendo tutta la scuola nella direzione dell’inclusione dei ragazzi disabili e nell’inclusione di tutti quegli alunni che hanno delle difficoltà anche di comportamento”.

Poco prima anche il presidente nazionale dell’Anp, Antonello Giannelli, aveva tenuto a dire che “il disabile in classe è una risorsa perché anche gli altri possono capire quanto è varia l’umanità. Da un punto di vista pedagogico serve a far vedere che i valori della convivenza e della solidarietà possono essere messi in atto. Favorisce la crescita e lo sviluppo da un punto di vista etico e contenutistico”.

Invece, ha puntualizzato Giannelli, “la separazione basata su una condizione fisica è discriminatoria: lo dice la Costituzione, le leggi, le circolari. Nella scuola si opera l’inclusione ai massimi livelli possibili”.

Alessandro Giuliani

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