C’è un largo utilizzo, nelle scuole interessate e sui social, dei risultati dell’indagine Eduscopio, indagine presentata come una sorta di classifica delle scuole migliori, cioè delle scuole presentate più appetibili dagli studenti e dalle famiglie delle scuole medie, in vista della scelta di scuola superiore.
Nonostante questo gran parlare, mi sento lontano dal modo in cui questi dati vengono costruiti e poi utilizzati, cioè come risultato darwinismo delle scuole migliori.
E non per problemi relativi al “piazzamento” del mio Liceo, considerato da anni tra i più importanti del mio comprensorio, tanto da essere arrivato quest’anno a contare 93 classi per 2300 studenti.
Anche se, in soldoni, potrei dirmi contento della mia scuola, anche se, cioè, sono contento della mia scuola, non mi ha mai persuaso la logica che ci sta sotto a queste classifiche.
Il motivo è semplice: qualsiasi ricerca-valutazione dipende dalle pre-valutazioni di un ipotetico universo ideale, che è all’origine della stessa ricerca-valutazione, in cui un soggetto intende operare.
Saprei, cioè, come fare per primeggiare sempre e comunque in queste classifiche, sapendo quanto richiesto, ma il ruolo di una scuola è diverso, è più ampio. Il mio ruolo come preside, come scuola, è quello di dare opportunità a tutti, per il bene di ciascuno.
Quindi un valore sociale che nessun algoritmo riesce a captare.
Tant’è che le stesse prove Invalsi giustamente cercano di cogliere il “valore aggiunto”, non classifiche di vario tipo, anche se la grossolanità della nostra comunicazione riduce poi tutto a classifiche.
Questo perché, in qualche modo, è il darwinismo sociale che viene presupposto, che va sempre di moda quando si parla di scuola, ma in una democrazia non è l’unico criterio. E nemmeno il più importante, ovviamente. Anzi, a scuola conta soprattutto e prima di tutto quel lavoro silenzioso, prezioso, personalizzato, che punta non alla selezione ma alla persuasione. È quello stesso valore aggiunto che conta di più, alla lunga, nella vita. Perché la scuola è oggi l’unica palestra di vita, data la crisi educativa di tante famiglie, cioè l’unica opportunità per tanti di riconoscimento e di valorizzazione di talenti, di capacità, di attitudini. Le cose più importanti.
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