La situazione illustrata nell’articolo “Le aziende deluse dalla scuola italiana, non prepara bene: un milione di posti persi” non mi stupisce: sarà così finché la spunteranno coloro secondo i quali la scuola dev’essere il luogo deputato esclusivamente alla formazione civica – e magari politica – del cittadino. Gli stessi che guardano con orrore a una scuola intesa come dispensatrice di competenze professionali, lavorative. Già, perché una scuola così è borghese, produttivista, industrialista.
Ma quando si esce dalla scuola e si entra nella vita – e quindi si cerca un lavoro – non si possono vendere competenze civiche, bisogna offrire competenze concrete. Se non le hai, nessuno assumerà mai.
E così, mentre da una parte si chiacchiera a vuoto, dall’altra si perdono intanto occasioni occupazionali e si creano disoccupati…
Daniele Orla