La Camera ha detto in modo praticamente unanime sì alla proposta di legge che abilita all’utilizzo e alla valorizzazione delle competenze non cognitive in ambito didattico: i voti a favore sono stati 340, nessun contrario, solo cinque gli astenuti. Il testo approvato ora passa all’esame del Senato.
La proposta, presentata dall’intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà, prevede una sperimentazione strutturata e inclusiva che valorizzi delle sempre più rilevanti competenze extradisciplinari: l’obiettivo dichiarato nella legge è quello di incrementare le cosiddette ‘life skills’, quelle abilità che portano a comportamenti positivi e di adattamento, che rendono l’individuo capace di far fronte efficacemente alle richieste e alle sfide della vita di tutti i giorni.
Nella pratica, si tratta di un saper vivere che si riscontra nella capacità di gestire le emozioni, ma anche la gestione dello stress, la comunicazione efficace, l’empatia, il pensiero creativo e quello critico, oltre che l’abilità di prendere decisioni e risolvere problemi: di fatto, parliamo di quello che comunemente viene riassunto con il termine problem solving.
La proposta di legge introduce, quindi, l’avvio a partire dal prossimo anno scolastico di una sperimentazione nazionale triennale per attività finalizzate allo sviluppo delle competenze non cognitive nei percorsi delle scuole di ogni ordine e grado: per la sua attuazione è prevista anche un’attività di formazione dei docenti.
“Voglio ringraziare l’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà e il Parlamento per il lavoro fatto e per l’attenzione che, ancora una volta, viene rivolta alle nostre studentesse e ai nostri studenti”, ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
“L’obiettivo di tutti noi – ha continuato il titolare del Mi – è garantire l’effettivo e pieno sviluppo di ogni giovane. Questo provvedimento contribuisce a costruire una scuola che mira alla formazione di qualità, per tutti e per ciascuno, e allo stesso tempo è luogo di relazioni. In altre parole una scuola che educa cittadine e cittadini consapevoli delle proprie capacità e inclusiva”, ha concluso Bianchi.
Tra i commenti entusiasti per l’approvazione del pdl alla Camera, c’è anche quello di Vittoria Casa, presidente commissione Cultura Scienza e Istruzione a Montecitorio.
Secondo la grillina si tratta dell’inizio “di un percorso importante. Mai come in questo momento la scuola ha il compito di ricomporre il disorientamento verso il mondo circostante delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. A loro vanno forniti gli strumenti per superare le criticità generate dalla pandemia e per potersi affermare nella vita”.
“Oggi – ha continuato Casa – integrare nella didattica le competenze relative alla flessibilità, alla creatività, all’apertura mentale, alla stabilità emotiva, alla capacità di argomentare, interagire, discernere, è altrettanto fondamentale che apprendere i diversi saperi disciplinari”.
“L’introduzione sperimentale e volontaria del nuovo metodo didattico sarà oggetto di valutazione nei prossimi tre anni. Si tratta di un seme d’innovazione della scuola italiana, un elemento di trasformazione che adegua il nostro sistema ai grandi cambiamenti in corso”, ha concluso la presidente della VII Commissione della Camera.
Ricordiamo che le competenze non cognitive sono tutte quelle “abilità non direttamente legate al processamento delle informazioni. Fanno invece riferimento a delle caratteristiche individuali legate agli ambiti emotivi, psicosociali e a caratteristiche di personalità”. Nella pratica, parliamo della motivazione, coscienziosità, positività, ma anche dell’essere estroversi, della proattività e della stabilità emotiva.
Sono tutte abilità lontane, quindi, dalle competenze cognitive, le cosiddette “cognitive skills”. Queste, infatti, rientrano in tutte le abilità legate strettamente al processamento delle informazioni, come le abilità di calcolo, verbali e logiche, ma anche tecniche di memorizzazione.
Alcune settimane fa, Maurizio Lupi (Noi con l’Italia), presidente dell’intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà, promotore del progetto di legge, nell’avviare il pdl ha ricordato che il premio Nobel dell’economia, il professor James Heckman di Chicago “ha dimostrato l’importanza e la decisività delle competenze non cognitive – come l’affidabilità, la capacità di lavorare in gruppo, la perseveranza, l’impegno, la disponibilità ad imparare – nel processo di apprendimento e nel lavoro”.
“Ogni educatore – ha detto ancora Lupi – sa che non si prepara un ragazzo alla piena maturità di sé solo con ciò che sa e ciò che sa fare, una persona adulta, un cittadino cosciente delle sue responsabilità è tale se anche questi ‘valori’ vengono educati”.
Inoltre, Lupi ritiene che valorizzando le doti non prettamente legate allo studio, si potrebbero coinvolgere maggiormente anche gli alunni più difficili.
A questo proposito, “le sperimentazioni già in atto in molte scuole italiane dimostrano che si combatte anche così il grave fenomeno dell’abbandono scolastico (99.000 studenti ogni anno) e quello dei Neet (giovani che non studiano né lavorano) che vede purtroppo l’Italia ai primi posti nei Paesi più avanzati”, ha concluso Lupi.
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