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Le contraddizioni dei 5 stelle sul precariato scolastico

Sono un docente da 6 anni precario nella scuola secondaria, la presente vuole sottolineare le forti contraddizioni che si evincono confrontando il comunicato ufficiale dei parlamentari a 5 stelle della commissione cultura, in merito alla fase straordinaria di reclutamento per la scuola secondaria, e la realtà dei fatti.

LA QUALITÀ DELL’INSEGNAMENTO

Nel comunicato si legge “Il Movimento 5 Stelle è da sempre impegnato a chiudere definitivamente la stagione del precariato nel mondo della scuola tenendo al tempo stesso fermo il faro del riconoscimento del merito e della qualità dell’insegnamento.”

Il Movimento 5 stelle, attraverso il cd “Decreto Dignità” ha permesso agli insegnanti di scuola primaria con almeno due annualità di servizio nella scuola statale, in possesso del diploma magistrale, di partecipare ad un concorso straordinario non selettivo per l’accesso al ruolo, trascurando in questo caso sia il merito che la qualità dell’insegnamento. Non si capisce quindi perché andare contro la proposta concordata tra MIUR e sindacati, che prevede per i docenti precari della scuola secondaria, con almeno 3 anni di servizio, un concorso riservato ma SELETTIVO ed un Percorso Abilitante Speciale, che non potrà che migliorare la qualità dell’insegnamento dei tanti docenti precari che anche l’anno prossimo saranno in cattedra.

I COSTI

Nel comunicato si legge ancora: “A nostro avviso va approfondita e rivista l’opportunità di ricorrere a uno strumento, quello dei Percorsi abilitanti speciali, i cosiddetti Pas che, per come lo abbiamo conosciuto, si è rivelato spesso occasione per alimentare il business nelle università, e che ha costretto migliaia di aspiranti docenti a sborsare ingenti somme di denaro.”

Nella precedente legislatura il Movimento 5 stelle ha votato la deleghe della cd “Buona Scuola” insieme al Partito Democratico. Tra le misure previste, anche il requisito dei 24 CFU in materie antropo – psico – pedagogiche per potere partecipare al concorso ordinario, che ha alimentato un business enorme per università ed enti di formazione privata. Questo requisito, che va chiaramente a favore delle lobbies tanto combattute a parole dal Movimento, è rimasto immutato nella corrente legislatura ed ancora oggi, giovani laureati, anche indigenti, sono costretti a pagare fino a 500 Euro per ottenere la possibilità di partecipare al concorso o ai corsi di specializzazione sul sostegno, anch’essi a pagamento.

Alla luce dei fatti, forse tanta acredine nei confronti di una categoria di lavoratori è dovuta a prove di forza interne alla maggioranza?

Gaspare Barbera

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