Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, in un’intervista rilasciata ad Avvenire, oltre a dire che “all’ordine del giorno non ci sono interventi o modifiche sulla questione delle scuole paritarie”, sottolinea pure che non è prevista nessuna rivoluzione per la scuola italiana con il cambio di governo, ma «qualche cambiamento» è in programma: “Cambiamenti sì, rivoluzioni no. La scuola italiana ha già pagato un prezzo troppo alto per gli stravolgimenti che si sono susseguiti negli ultimi anni a causa del mancato accompagnamento in fase attuativa delle riforme introdotte. Le novità hanno creato difficoltà al sistema per i troppi strappi che ci sono stati. Penso che ci vogliano interventi mirati per risolvere nel concreto i problemi e le criticità e anche per portare avanti percorsi necessari come quello dell’innovazione didattica su cui lavoreremo molto. Fare una grande riforma per lasciare una firma non ha senso. Meglio procedere per gradi”.
Procedere per gradi dunque, su cui i docenti possono essere più o meno d’accordo, tuttavia Luigi Di Maio, l’attuale vicepremier, aveva pure dichiarato, nel corso di una intervista rilasciata anche alla nostra testata, che in caso di approdo al Governo del suo raggruppamento politico la “Buona Scuola” avrebbe i giorni contati.
E poi aveva aggiunto: “La prima cosa che faremo sarà aumentare le risorse per l’istruzione: nel medio termine vogliamo arrivare al 10,2% del Pil, in linea con la media europea”.
Aspettiamo dunque l’aumento delle risorse per la scuola; ma aspettiamo pure che il ministro Bussetti confermi l’altra promessa di Di Maio che aveva dichiarato: “La motivazione degli insegnanti è la chiave del successo degli studenti. Per motivare i docenti dobbiamo prima di tutto adeguare i loro stipendi alla media europea e garantire la valorizzazione della loro professionalità, anche con il rinnovo contrattuale e la retribuzione delle ore di formazione e aggiornamento. La professione docente deve tornare ad avere il prestigio che gli è stato sottratto, anche attraverso una stabilizzazione dei precari storici”.
E per quanto riguarda la cosiddetta utenza, il capo del M5S, aveva pure precisato: “Ciò che più ci sta a cuore è avere una scuola inclusiva e innovativa, edifici sicuri e insegnanti motivati e valorizzati. Vogliamo dare alle famiglie la garanzia di una scuola statale completamente gratuita: i genitori non dovranno più pagare di tasca propria la carta igienica o il materiale didattico”.
E’ certamente ancora presto per una verifica sul campo, ma tra i cavalli di battaglia dei 5Stelle c’era quello di non cadere, come tutti gli altri partiti hanno sempre fatto, nella fossa delle promesse mai mantenute.
E anche questa era una promessa.
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