Egregio sig. Presidente del Consiglio, o caro Matteo (a seconda di quello che preferisce/i)
le scrivo in tutta fretta prima che questa casella si intasi (vedrà, vedrà…). Temo che questa sua iniziativa (“scrivetemi i problemi della scuola”) che di per sé sarebbe meritoria, sia, come dite dalle vostre parti, una “bischerata” propagandistica; ma poiché le persone vanno giudicate dopo e non prima e, come dice lei, sulla base dei fatti, le faccio un’apertura di credito; a lei l’onere e l’onore di smentirmi (sarebbe fantastico). Guadagno tempo sorvolando sui temi dell’edilizia e del precariato (se no la casella s’intasa) che lei conosce già (a proposito: lo sa che i supplenti vengono pagati con mesi di ritardo e non vengono loro riconosciute le ferie?), per segnalarle alcuni altri problemi che magari conosce meno.
1. “I residui attivi” – Le scuole, alcune addirittura dal 2006, hanno anticipato con i loro fondi (speso usando i contributi dei genitori) spese dello Stato perché i soldi dovuti non arrivavano. Hanno così accumulato negli anni almeno un miliardo di crediti (la stima è per difetto) e ne hanno ricevuti, a spizzichi e bocconi, solo circa un terzo. Visto che lei ha promesso alle aziende che riceveranno quanto dovutogli dalle Pubbliche Amministrazioni, non è che finalmente restituirebbe anche alle scuole quanto loro dovuto e che aspettano da anni?
2. “Il Mof” – Di quei soldi le scuole ne avrebbero proprio un gran bisogno sa, tanto più che il Mof (cioè i fondi che servono alle scuole per sopravvivere, fare progetti e corsi di recupero, ecc.) solo in questi ultimi due anni si è ridotto ad un terzo e sa perché? Perché per pagare uno solo degli scatti dovuti agli insegnanti i soldi li si sono andati a prendere da lì. Le pare giusto togliere agli ultimi per dare ai penultimi? Lei ha detto che gli insegnanti devono avere un giusto riconoscimento, come peraltro tutti quelli che l’hanno preceduta. Berlusconi disse addirittura che gli insegnanti andavano “ricoperti d’oro”… Finora, non abbiamo visto neppure il bronzo, vedremo con lei che succederà.
3. Contributi “volontarobbligatori” – per far fronte alle mancanze le scuole si arrabattano come possono ed uno dei modi è di chiedere contributi ai genitori: si va dalle poche decine di euro alle elementari ad anche 200 e più euro alle superiori (dove, in sempre più casi, tale contributo è addirittura richiesto come “perfezionamento dell’iscrizione”…). I genitori che potevano hanno sempre volentieri contribuito all’ampliamento dell’offerta formativa delle scuole, perché è a questo che quei contributi dovrebbero essere destinati. Ed invece ora sono destinati spesso a coprire quello che invece dovrebbe fare lo Stato, con la conseguenza che i genitori pagano due volte la scuola: la prima, giustamente, con le loro tasse, la seconda, ingiustamente, con il loro contributo “volontarobbligatorio”. Insomma, privatizzazione sempre meno strisciante della scuola pubblica, con scuole di serie A e di serie B (C,D,ecc.)
4 Supplenze – Le hanno mai raccontato i suoi figli di essere finiti in altre classi perché mancava l’insegnante? Ecco, per risparmiare si fa anche questo: smembramento di classi e pellegrinaggi in altre, con aumento delle condizioni di insicurezza e tempo perso, sia per chi ospita che per chi è ospitato.
5. Classi ed organici – Nelle aule (spesso fatiscenti) vengono ammassati anche 30 alunni, in violazione delle norme di sicurezza che ne prevedono al massimo 25. E questo perché la signora Gelmini ha emanato circolari che vanno contro la legge (sulla base di una riforma bocciata dal Consiglio di Stato, sentenza alla quale nessuno ha mai voluto dare seguito) e ha bloccato gli organici a quelli dell’a.s. 2007-2008: da allora gli insegnanti sono sempre nello stesso numero, mentre i ragazzi sono cresciuti e di parecchio (si fidi, se cerco i dati la casella si intasa…): le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti (di tutti quelli che vogliono vedere).
6. Gli “ultimi” – Lei oggi ha fatto visita ad una scuola “multiculturale”. Ma lo sa che oggi l’integrazione è divenuta sempre più difficile, quando non impossibile? Lo sa che sono spariti gli insegnanti di Lingua2? Che gli Enti locali hanno sempre meno risorse e dunque sono costretti a tagliare drasticamente le ore di alfabetizzazione? Che la “norma” (cioè la “legge”) che prevede l’inserimento degli handicappati in classi di non più di 20/22 alunni è “normalmente” (cioè al di fuori della legge) inattuata? Lo sa che molte ore di sostegno sono state tagliate?
Lo sa che sono stati inventati i “Bes” (Bisogni educativi speciali) per lasciare nella solitudine, senza aiuti, gli insegnanti a relazionarsi con sempre più ragazzi, sempre più inquieti e sempre più problematici? Lo sa che le ore di compresenza che nelle classi a tempo pieno (una minoranzissima, peraltro) permettevano di fare recupero, alfabetizzazione, lavorare a gruppi, uscire da scuola per andare ai musei e a teatro, non esistono più? Lei oggi ha fatto visita ad una scuola “multiculturale”: ci risparmi la sua ammirazione, quanto sanno fare gli insegnanti e cose simili… non ci racconti balle, ci dia strumenti per affrontare sfide altrimenti impossibili.
Ce ne sarebbero tante altre da dire, ma la casella se no si intasa, e poi forse lei (o chi legge per lei) si è già fermato prima.