Il Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato non ammette repliche: non bastavano gli stipendi ridotti, anzi i più bassi della pubblica amministrazione, per via del turn over più marcato tra docenti e Ata rispetto agli altri comparti; scorrendo i numeri, pubblicati il 26 marzo dagli economisti di Stato, emerge che l’innalzamento dei parametri per l’accesso alla pensione ha fatto lievitare l’età media del personale della scuola sino a 52,3 anni. Con le docenti che figurano ormai come le più anziane in tutta Europa.
I dati risalgono allo scorso anno, quindi sono precedenti ai pensionamenti anticipati, attraverso la cosiddetta ‘quota 100’, approvati dal Governo M5S-Lega: tuttavia, la risposta della scuola è stata piuttosto tiepida, con sole 17 mila domande, a fronte di oltre 50 mila richieste attese dagli stessi vertici ministeriali e dello stesso Inps.
È allora probabile che per un altro biennio, quello che l’ultima legge di bilancio ha coperto con i finanziamenti di quota 100, gli effetti della riforma Monti-Fornero si possano in qualche modo ridurre. Ma difficilmente potranno essere sovvertiti gli andamenti.
Anche perché al Mef, ma soprattutto all’Inps, la cui spesa rimane sempre a rischio per via dell’innalzamento dell’aspettativa di vita, questo “equilibrio” di spesa tutto sommato non dispiace. Sempre la Ragioneria dello Stato ha calcolato che i costi pubblici per la scuola nel 2018 sono aumentati rispetto all’anno precedente dell’1,7%.
Tuttavia, nel settore dell’Istruzione, grazie alle politiche di riduzione del personale conseguenti al dimensionamento introdotto dalla riforma Berlusconi-Gelmini, si registra un calo del 9% sul 2008: proprio sull’anno di approvazione della mai dimenticata Legge 133 taglia-organici e cancella-istituti. E non è un caso.
Ma la Ragioneria dello Stato ha anche fatto osservare che nello stesso decennio il calo di dipendenti pubblici è stato pari a 257 mila unità, pari ad una riduzione del 7,5%.
E la spesa complessiva per il personale della pubblica amministrazione nel 2017 è stata di 160,1 miliardi di euro, con un aumento dello 0,2% sull’anno precedente e un calo del 4,6% sul 2008.
Un ultimo dato, non di poco conto: anche l’età media del personale tutto della PA (3,18 milioni di dipendenti complessivi) è cresciuta di oltre sette anni tra il 2001 e il 2017 e ormai supera largamente i 50 anni (50,6): quella più alta è nel comparto ministeri (54,9 anni con un aumento di oltre 9 anni dal 2001).
Mentre l’età anagrafica media più bassa si registra nelle Forze armate (38,6), anche se pure in questo comparto ha fatto registrare un aumento di quasi nove anni dall’inizio del secolo, visto che nel 2001 la media di anni dei lavoratori in divisa si fermava a soli 29,8 anni.
Insomma, se gli insegnanti pubblici si sono invecchiati, gli altri lavoratori statali non sono stati da meno.
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