In base a quanto si apprende dal dossier “Donne e lavoro: ancora lontana la ripresa occupazionale”, realizzato da Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, le donne hanno rappresentato il 66,3% delle nuove attivazioni tra i profili intellettuali e specializzati, cresciuti del 23% rispetto al 2019.
Sembrerebbe dunque che la richiesta di laureate e specialiste al femminile per le nuove assunzioni stia crescendo, anche se il numero delle lavoratrici sia passato dai 9,7 milioni del 2019 ai 9,5 milioni del 2021.
A parere della Fondazione, formazione e competenza sarebbero le chiavi di volta per le donne di avere più chance lavorative come dimostrerebbe l’attenzione ai profili femminili più qualificati anche in settori a tradizionale vocazione maschile come il settore ingegneristico, scienze matematiche, informatica.
In pratica, specifica la Fondazione, quasi un’assunzione su quattro (24%) è avvenuta tra professioni intellettuali, ad alta specializzazione e tra quelle tecniche.
L’indagine rivela che crescerebbero le assunzioni delle laureate che hanno rappresentato il 18,4% delle neoassunte (8,5% tra gli uomini).
Su 100 laureati che hanno sottoscritto un nuovo contratto, 65 sono donne.
A registrare la maggiore crescita (+40,2%) sarebbero le donne ingegnere e architette, seguite dalle specialiste della salute (+33,6%), della formazione e della ricerca (+26,9%) e specialiste in scienze matematiche, informatiche e chimiche (+19,5%).
Tuttavia solo il 21,3% delle donne è assunta a tempo indeterminato, mentre la maggioranza (64%) ha avuto un contratto a termine, infatti solo una donna su due (49,2%) nei primi nove mesi del 2021 ha firmato un contratto a tempo pieno, mentre tra gli uomini la percentuale è del 68,7%.
Istruzione (+32,2%), sanità (+ 14,3%) e pubblica amministrazione (+12,1%) restano i settori che trainano l’occupazione femminile, anche per via della mobilità interna.
Nel 2021, il 32,4% delle donne ha trovato lavoro al Sud, unica area del Paese dove, rispetto al 2019, non si è registrata una contrazione delle assunzioni. Resta ancora un forte divario tra uomini e donne nell’accesso a nuove opportunità di lavoro, benché la situazione sia eterogenea sul territorio.
In equilibrio la Sardegna (50,1% delle nuove assunzioni riguarda le donne), Piemonte (49,5%), Marche (49,2%), Toscana e Umbria (48,8%).