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Le donne nel mondo

Attraverso un ampio apparato statistico il Rapporto, il terzo dopo quelli del 1991 e del 1995, offre un quadro ed un’interpretazione sui cambiamenti in atto nell’universo femminile.
Sei i capitoli in cui si articola il volume: popolazione, donne e uomini nell’ambito della famiglia, salute, istruzione e comunicazione, lavoro, diritti umani e partecipazione al processo decisionale politico.
Da un lato il rapporto conferma alcuni dati ben conosciuti: le donne superano per numerosità gli uomini nella maggior parte delle regioni del mondo, ma in alcune aree dell’Asia avviene il contrario.
Le donne si sposano generalmente più tardi di un tempo, ma in 22 paesi – tutti nelle aree in via di sviluppo – oltre un quarto delle ragazze fra i 15 e i 19 anni ha già contratto matrimonio. (in Italia solo lo 0,4% delle ragazze tra 15 e 19 anni sono coniugate).
Interessante il dato relativo alla condizione lavorativa delle donne con figli piccoli: in Italia il 42% delle donne con bambini fino a 3 anni lavora mentre in Inghilterra, Portogallo, Olanda, Francia e Belgio tale percentuale supera il 50%.
Venendo poi ai dati relativi all’istruzione emerge che il divario nell’istruzione primaria e secondaria si sta colmando, ma resta il fatto che due terzi degli 876 milioni di analfabeti del mondo sono donne.
E gli esperti non prevedono che tali valori diminuiscano in modo significativo nei prossimi 20 anni.
Su questo stesso terreno l’Italia ha fatto notevoli progressi; le donne investono di più in cultura, riescono meglio negli studi in tutti gli ordini e gradi, hanno superato gli uomini tra gli iscritti all’università (53%).
Sempre in Italia, però, le donne si trovano ancora in una posizione di svantaggio nell’utilizzo delle tecnologie informatiche.
"Fin da piccole – si legge nel rapporto – preferiscono giocare con videogiochi e computer, strumenti di alfabetizzazione fondamentale, in misura inferiore rispetto ai loro coetanei (27,8% contro 53,3%)".
E così tra le donne italiane l’uso del computer in casa raggiunge appena l’8%, contro il 16,9% degli uomini.
Nell’uso di Internet, infine, la donna italiana perde il confronto con le donne di altri Paesi: in Italia, infatti, le donne rappresentano il 30% degli utenti della rete.
In Svezia la quota di donne è pari al 46%, mentre negli Usa sfiora il 50%, e in Australia, Francia e Croazia si aggira sul 42-43%.
Complessivamente, però, il dato più allarmante e preoccupante è un altro: su molti temi cruciali per la conoscenza della condizione femminile non esistono dati statistici, o esistono soltanto per alcuni paesi. E questo vale soprattutto per temi cruciali e delicati come la violenza contro le donne e la salute materna.

Reginaldo Palermo

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