E il governo metterà tutte le forze possibili in tale direzione. Certo l’obiettivo dichiarato è alto e magnifico: stabilizzare tutti i precari e poi assumere solo per concorso, evitano chilometriche liste di aspiranti senza speranza. Commenta, ironica, la Cgil: “I docenti precari sarebbero contenti se veramente le graduatorie si esaurissero (come dice il nome stesso) grazie all’assunzione di tutti gli aspiranti (150.000), ma ciò non è possibile se non si interviene per restituire gli organici alle scuole e non si procede alle nomine su tutti i posti liberi.”
La fase di passaggio potrebbe anche prevedere, come si vocifera, la creazione di una Graduatoria nazionale: “Creare di una graduatoria nazionale, da utilizzare una volta esaurita la graduatoria ad esaurimento provinciale corrispondente, sarebbe la soluzione per evitare continue migrazioni determinate dalla grave condizione in cui versa la scuola al Sud. Bisogna prima di tutto investire nel mezzogiorno per generalizzare la scuola dell’infanzia, estendere il tempo pieno, rafforzare la lotta alla dispersione scolastica e migliorare la qualità dell’offerta formativa potenziando gli organici.”
Eliminare le graduatorie ad esaurimento come, dunque? Cancellandole forse con un colpo di bacchetta magica? O rivedendo le modalità di costituzione degli organici e coprendo tutti i posti disponibili? O magari con una radicale riforma delle pensioni, perché se gli insegnanti rimangono in cattedra fino a 80 anni, quando mai entreranno i giovani?
E le graduatorie d’istituto, che contano circa 300mila aspiranti? Esisteranno ancora? No, grazie. Non ce ne sarà bisogno. Le supplenze brevi, propone Reggi, andranno ai docenti di ruolo. E come faranno le università senza introiti miliardari, senza SSIS,Tfa, Pas, uniche fonti di abilitazione negli anni scorsi? E coloro che hanno speso fior di soldi per scalare le liste degli aspiranti? Si ritroveranno con un pugno di mosche in mano?
Non sembrerà vero, il nuovo scenario apocalittico futuro. Finito il business dei precari della scuola. I supplenti senza nemmeno una graduatoria, senza corsifici alla caccia di punti e, probabilmente, senza nemmeno una cattedra.
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